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Blair e Ruini: due visioni a confronto in nome della ricerca
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Articolo di Massimo Lensi
29 maggio 2002 22:09
 
Tira aria strana in Europa. Aria di forte scontro sull'argomento della liberta' di scienza e quindi delle possibili opzioni legislative per la ricerca scientifica. Se da una parte il cardinale Camillo Ruini fa il suo dovere per dar seguito all'appello del Pontefice sulla concordia sociale, dall'altra il Premier inglese Tony Blair alza il livello della discussione e si erge a paladino del laicismo della scienza (e dello Stato) contro qualsiasi forma di pregiudizio. In mezzo l'Europa di Bruxelles che se la vede brutta e preferisce, per il momento, la piu' consona a lei politica dello struzzo.

All'ultima Assemblea dei Vescovi il cardinale Ruini ha tentato di tratteggiare l'uomo nuovo, che deve lottare per una cultura differente da quella dominante. Per il Presidente della CEI "si fa strada una concezione puramente naturalistica o materialistica dell'essere umano che sopprime ogni vera differenza qualitativa fra noi e il resto della natura". E' il carattere trascendente dell'uomo ad essere chiamato in causa, per spingerlo ad intervenire "assai piu' direttamente e radicalmente nella nostra stessa realta' biologica e psichica". Non vi e' da dubitare che nella visione di Ruini l'uomo nuovo, in altre parole, sia solo colui che governa. Non per definizione o per malessere, ma semplicemente perche' colui che governa e' anche colui che dirige, che propone le leggi di un Paese, che in breve prende le decisioni per tutta la comunita'. Il profilo tratteggiato da Ruini si fa decisamente interessante quando afferma che "sotto un profilo storico e culturale, il venir meno della differenza qualitativa fra noi e il resto della natura sembra privare del loro fondamento, e quindi della loro plausibilita', quel ruolo centrale e quella dignita' specifica del soggetto umano che costituiscono il punto di riferimento della nostra civilta', sul piano non solo filosofico ed etico, ma anche giuridico e politico, esistenziale e persino estetico". Chiesa quindi all'attacco.

Dall'altra parte del canale della Manica il Premier Tony Blair ha di recente tenuto un importante discorso alla Royal Society. Il tema: "in difesa della ricerca scientifica". Dice Blair: "Ci vedevano (gli scienziati indiani ndr) del tutto sopraffatti dai contestatori e dai gruppi di pressione, che usano l'emozione contro la ragione. E pensavano che noi non avessimo la volonta' politica di sostenere la buona scienza." Una attenzione particolare che gia' apre alla collisione su cui Blair ritma tutto il discorso: lo scontro emozione contro ragione. E per rispondere agli assalti di fondamentalismi piu' o meno definiti, non ci pensa due volte ed afferma che "la scienza e' solo conoscenza". Per esigenza di verita' va detto che i positivi risvolti di una seria e controllata liberta' di ricerca si vedrebbero non solo nel campo medico, ma anche in quello dell'industria di settore, e ovviamente nel prodotto nazionale lordo del Regno Unito. Nessuna sorpresa e nessun scandalo, se e' vero che Cristoforo Colombo apri' le vie delle Americhe, se non altro per consentire al commercio dell'epoca nuove possibilita' di sviluppo. Il pragmatismo blairiano e' tuttavia affascinante e quando non senza realismo afferma che non e' stata la cattiva scienza a diffondere "mucca pazza", bensi' la cattiva agricoltura unita ad un governo inadeguato, risponde involontariamente all'antropologia culturale di Ruini. Come dargli torto. La stoccata finale arriva quando, con respiro da statista consumato, Blair non rimanda l'argomento piu' delicato dell'aperta questione, arrivando a vanificare le obiezioni etiche con "nulla, detto per inciso, dovrebbe poi limitare il principio di precauzione. Una scienza e un processo decisionale politico responsabili agiscono in base al principio di precauzione. Quel principio dovrebbe però farci procedere con attenzione sulla base dei fatti, e non impedirci di procedere sulla base di un pregiudizio." Blair quindi all'attacco.

Due visioni non solo della scienza, ma anche della sfera, tutta, dei rapporti politici costitutivi di una societa' moderna. Due valutazioni che, ne siamo certi, faranno molto discutere, e che apriranno, si spera, tavoli di confronto e di merito a molti livelli. Di certo la tensione e' alta ed anche se a prima vista puo' sembrare eccessivo, perfino il recente assassinio di Pim Fortuyn, per mano del fanatismo ambientalista del giovane Van der Graaf, in nome della sua visione della societa', fa parte di questo dibattito. La posta in gioco e' senza dubbio alta, perche' non e' un mondo nuovo in discussione, ma un "nuovo" mondo.
 
 
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