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Australia: dove i canguri continuano a saltare
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Articolo di Massimo Lensi
14 aprile 2002 17:21
 
Cosa e' un clone umano? Un essere umano copia identica di un essere umano vivente o morto.
La definizione non e' del Signor De Lapalisse, ma della legge di recente approvata dal Consiglio dei Governi australiani. Una legge che si prende la briga di sfornare tutta una serie di definizioni a meta' strada tra il giuridico e il funzionale. Scopriamo cosi' che un embrione clonato e' quell'embrione umano copia identica di un essere umano vivente o morto e che un embrione e' tale dalla fecondazione (naturale o artificiale) sino ad otto settimane di sviluppo, quando diventa un feto.

La redazione di "Cellule Staminali" aveva deciso di seguire passo dopo passo lo sviluppo del dibattito sulle staminali embrionali in Australia. Ci sembrava paradigmatico per come esso andava sviluppandosi e per il vasto intreccio di problemi giuridici, politici e morali. Non avevamo torto. Forse un sorriso, anche ironico, potrebbe ora scappare al lettore piu' attento -e non gli daremo torto- ma cosi' stan le cose. Questa legge non rientra nemmeno nella categoria delle "migliori delle leggi possibili", a nostro avviso, perche' nei fatti e' inquinata dall'ipocrisia, dai compromessi raggiunti all'ultimo secondo, dalle ambiguita' sottoposte a verifiche elettorali e, non ultimo, dalla consacrazione del divieto sul territorio australiano di qualsiasi tipo di clonazione umana, terapeutica inclusa. Con qualche concessione.

Il Premier federale insieme a quelli degli Stati e Territori australiani si e' con loro accordato per introdurre la regolamentazione su tutto il territorio. La legge sara' sottoposta a ratifica in tutti i Parlamenti nazionali cosi' come in quello federale, ma grazie alla liberta' di voto che liberali e laburisti hanno accordato ai propri deputati, e' plausibile dedurre che scossoni o rigetti non siano prevedibili. Questa sara' la normativa sull'utilizzo delle staminali embrionali in Australia. La liberta' di voto, venata da quelle ipocrisie sopra accennate, configura proprio il paradosso di una legge dei partiti, voluta dai partiti, per risolvere i problemi "morali" dei partiti australiani nei confronti dei propri elettori. Lo ripetiamo: a tutto scapito dei malati, della ricerca scientifica e dell'utenza del servizio sanitario nazionale.

La regolamentazione prevede divieti di ogni tipo: di procedere a qualsiasi forma di clonazione umana, di mescolare materiale genetico umano ed animale, di creare embrioni mescolando il materiale genetico di due persone, di impiantare un embrione umano clonato nell'utero di una donna o di un animale, di offrire o dare denaro o incentivi di alcun tipo per la donazione di embrioni, ovociti o spermatozoi. Viene inoltre stabilito che ogni ricerca sulle staminali embrionali dovra' essere pubblicizzata, senza sapere pero' come, e che i risultati dovranno essere sottoposti alla supervisione del National Health and Medical Research Council, una specie di Grande Fratello con il compito di stabilire la compatibilita' della ricerca con una legge cosi' ... fumosa. Un esempio? Per ora non sono state definite nemmeno le pene per le eventuali trasgressioni. Arriviamo pero' veloci alla vera stranezza di questo provvedimento, al compromesso sulle varie posizioni: la concessione di utilizzare i 20mila sovrannumerari (su 70mila congelati) prodotti entro il 5 aprile 2002 e solo dopo aver avuto il consenso dei donatori.

Questo scivolo permette alla comunita' scientifica di dichiararsi soddisfatta. Sara' cosi' possibile derivare nuove linee di cellule staminali da usare in trial clinici senza usare cellule di topo. L'ipocrisia della classe politica, dopo tanti sforzi, si coagula, con qualche distinguo, su posizioni di mediazione. Il Premier John Howard raggiunge cosi' l'obiettivo evitando per di piu' il tanto temuto ricorso all'Alta Corte Federale da parte di qualche Governatore. Le chiese (cattolica, battista e anglicana) dibattono, si dividono, alti prelati si azzuffano, tanto per far capire a tutti quanto siano inutili le loro posizioni di fronte all'arte della mediazione politica. Ma alla fine tutti salvano la faccia.

A conclusione vogliamo riportare due commenti tra i tanti. Due commenti che ci sembrano i piu' adatti a comprendere lo spirito ipocrita che ha pervaso il Consiglio dei Governi australiani. Il Professor Alan Trounson, direttore del Monash Institute of Reproduction and Development nello Stato di Victoria, e' si' contento della decisione, grazie alla quale il suo gruppo di ricerca potra' far crescere cellule staminali senza contaminanti animali, ma allo stesso tempo si augura che venga rivisto il divieto di clonazione terapeutica che costringerebbe i malati ad organizzare i viaggi della speranza verso Singapore o la Gran Bretagna. Per di piu', dice Trounson, ci vorranno mesi prima che la legge entri in vigore e lo Stato in cui si trova il Monash Institute e' anche quello che gia' proibisce la ricerca distruttiva sugli embrioni.

Peter Mountford, direttore della Stem Cell Sciences, ha invece affermato che la decisione di vietare la clonazione terapeutica toglie la possibilita' di creare cellule staminali da ogni singolo paziente, quando invece tale procedura sarebbe necessaria per testare l'effetto sul malato e per produrre farmaci personalizzati.

Sappiamo benissimo che una legge in fondo non e' altro che un pezzo di carta, e che l'umana capacita' di adattamento e di trovare tra le pieghe della norma, di qualsiasi, la via piu' vicina ai propri obiettivi e' prerogativa fondamentale per chiunque, ma l'ultimo commento sul provvedimento adottato dal Consiglio che vi vogliamo sottoporre e' veramente illuminante. Il professore Peter Mc Cullagh, specializzato in trapianti di cellule fetali, non e' d'accordo con nessuno ed il suo parere e' semplice: gli embrioni non servono.
Fedor Dostoevskij una volta disse "se gli uomini mentono, perche' non dovrebbero mentire le carte?". Un quesito da sottoporre con urgenza al legislatore australiano...
 
 
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