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Afghanistan. Da un inferno all’altro con la volontà e la fiducia di uscire presto alla luce del sole
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Articolo di Albert
11 dicembre 2022 19:17
 
 L’amica che mi manda il video, di cui parlo qui sotto, lo accompagna con questo messaggio: “Diritti umani. Non si finisce mai!”. Il riferimento è alla lotta del popolo in Iran e allo scempio di vite dei lavoratori immigrati in Qatar, di cui ho parlato ieri.
Con questa credenziale, ho guardato subito il filmato, che, peraltro, mi era già arrivato da altri mittenti, ma al quale non avevo fatto caso.
E’ breve, appena 3’15’’, e sembra promettere un concerto per violino …
E invece no! Con la colonna sonora di “La vita è bella”, la canzone Smile cantata da Noa, questo video ci parla della pittrice afghana Shamsia Hassani, nata nel 1988, mostrandoci una serie di murales, che ella lascia di nascosto sui muri di Kabul e che i talebani cancellano appena possono, senza peraltro riuscire a trovare lei che è nascosta, si legge, in un luogo sicuro della città, come altre donne che sono riuscite a sfuggire alle grinfie dei talebani.

All’inizio della carrellata una spiegazione –"Sono opere di un'artista Afghana, si chiama Shamsia Hassani. Se le facciamo girare, sarà come dare voce a lei ed a tutte le #donneafghane che stanno vivendo l'inferno!".

Ho letto che Shamsia posta i suoi lavori su Instagram e su Twitter con centinaia di condivisioni
Nel video, che ho sotto i miei occhi, il collage di immagini si intitola “La tristezza” e alterna fotografie di suoi graffiti a fotografie di donne e bambini, dai cui volti trapela la tristezza. Ma anche lei appare in qualche immagine, con la bomboletta in mano, davanti ad alcune sue opere.

Sono immagini intense, coinvolgenti, che rappresentano sempre delle donne, a volte col burqa, a volte, però, anche a viso scoperto, e spesso senza bocca … Già, a che serve la bocca, se ti è stata tolta la parola?
Eppure tutta la sua arte e la sua vita, Shamsia la sta dedicando proprio alla ribellione contro questo stato di cose, come si legge in una sua intervista ad Art Radar : “Voglio colorare i brutti ricordi della guerra”, perché “ se coloro questi brutti ricordi, allora cancello la guerra dalla mente delle persone. Voglio rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la sua guerra”.  
Mi limito a queste brevi righe. Chi vuole può cercare in rete e trovare i molti siti che parlano di lei e che mostrano le sue opere di street art, una delle quali è raffigurata all’inizio di questo scritto.
Solo una succinta appendice biografica tratta da uno di questi siti:
“Nata in Iran nel 1988, dove i suoi genitori sono emigrati a causa della guerra, Shamsia Hassani è rientrata nel suo paese nel 2005, ha studiato arte all’Università di Kabul, dove è poi divenuta professore associato di scultura, e si dedica alla street art dal 2010. I suoi lavori, con soggetto quasi sempre donne, spesso rappresentate senza la bocca, si rincorrono tra le strade della sua città, dove ora si è nascosta in un luogo sicuro”. 
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