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 VATICANO - VATICANO - Vaticano. Congresso cattolico: "Cellule staminali: quale futuro terapeutico? Aspetti scientifici e problematiche bioetiche"
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Notizia 
15 settembre 2006 15:09
 
Bisogna aprire un confronto permanente con i ricercatori, per individuare insieme uno strumento verso il progresso della ricerca sulle cellule staminali, considerando l'etico non come un nemico della ricerca ma come una bussola che la guida.
E' quanto auspicato lo scorso 14 settembre da mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, un'apertura della 3 giorni dei lavori del convegno "Cellule staminali: quale futuro terapeutico? Aspetti scientifici e problematiche bioetiche", organizzato dalla Federazione internazionale delle associazioni dei medici cattolici e dalla pontificia Accademia per la vita, in collaborazione con la fondazione Lejeune di Parigi, nel corso del quale saranno presentati gli ultimi risultati delle piu' recenti ricerche in questo campo.
"Diciamo no alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, ma apriamo agli altri territori".
"Noi incoraggiamo la strada delle cellule staminali adulte proprio perche' si va via via dimostrando la non veridicita' e affidabilita' scientifica dell'uso delle cellule embrionali". Le cellule staminali dell'embrioni infatti, ha precisato Sgreccia, possono per esempio produrre dei teratomi, ovvero dei tumori di tipo embrionale, in quanto a differenza delle cellule adulte possono trasformarsi in diversi tipi di tessuti e sono meno controllabili. Questo fatto, ha proseguito mons. Sgreccia, avvalora ancora di piu' l'importanza di porre le speranze e anche i soldi sulla ricerca sulle cellule staminali adulte.
"Vogliamo incoraggiare le conoscenze etiche per vedere da vicino il lavoro dei ricercatori perche' pensiamo che lo stesso dialogo che abbiamo come chiesa da oltre 50 anni con i medici si possa aprire anche con i ricercatori di base, che hanno un grande peso sulla ricerca".
"Vogliamo inoltre incoraggiare le conoscenze etiche per vedere se in quei territori dove esistono gravi malattie ma pochi guadagni si possa incentivare la ricerca scientifica". Questo non significa, ha precisato mons. Sgreccia, solo considerare le malattie rare ma anche considerare il terzo mondo dove non ci sono soldi e strutture per promuovere la ricerca scientifica. "Noi siamo d'accordo che si faccia ricerca sulle cellule staminali embrionali degli animali perche' bisogna vedere prima cosa succede su di loro".
Mons. Sgreccia ha infine ribadito l'importanza che queste tematiche siano portate al di sopra degli schieramenti politici, e che si punti a scelte ragionate sia per orientare i finanziamenti alla ricerca sia per scegliere gli scienziati migliori che possano produrre i risultati piu' validi, senza farsi condizionare dalla politica.

Servono due milioni di euro per avviare le prime sperimentazioni cliniche con cellule staminali adulte neurali, per testarne l'efficacia contro alcune malattie del cervello. E' quanto ha dichiarato il professor Angelo Vescovi dell'universita' Bicocca di Milano nella serata di apertura del congresso.
"Il futuro e' vicinissimo. Oggi per la prima volta possiamo dire ai pazienti che ci stiamo attrezzando per iniziare le sperimentazioni", e come e' avvenuto anni fa per la chirurgia dei trapianti, secondo l'esperto, anche l'uso delle staminali in un futuro prossimo potrebbe diventare realta'.
Numerosi test su animali, ha spiegato Vescovi, hanno dimostrato in questi ultimi anni la possibilita' di utilizzare cellule staminali neurali, ovvero cellule staminali adulte del cervello, per riparare il tessuto celebrale lesionato o colpito da malattie. Nel centro di ricerca che ha avviato i lavori di recente a Terni, ha proseguito Vescovi, tutto e' pronto per avviare le prime ricerche cliniche usando cellule staminali neurali ricavate da feti ottenuti da aborti spontanei, ma per avviare queste ricerche servono molti soldi, perche' e' necessario trattare in tutte le fasi dell'esperimento le cellule da utilizzare con metodi stringenti quali quelli oggi utilizzati per la produzione di farmaci, metodi, ha precisato lo scienziato, molto costosi.
"Ci servono due milioni di euro; noi abbiamo gia' raccolto 250 mila euro ma non e' abbastanza". Questo sarebbe solo il punto di partenza per avviare le prime ricerche, alle quali potrebbero seguirne altre non solo nel centro di Terni, ha spiegato l'esperto, ma in tanti altri centri di ricerca in Italia e all'estero.
Inoltre, "presto ci troveremo in una situazione in cui anche le cellule staminali embrionali saranno disponibili per la ricerca senza distruggere embrioni poiche' gia' oggi si susseguono promettenti risultati che indicano questa possibilita'". Tuttavia, mentre attendiamo questo prossimo traguardo, ha concluso Vescovi, e' importante che non si arresti la ricerca sul fronte delle staminali adulte che potrebbe, iniziando i primi esperimenti sui pazienti, sortire dei risultati terapeutici anche a piu' breve termine.
 
 
 
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