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 ITALIA - ITALIA - Staminali cordone ombelicale. Le difficolta'
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12 luglio 2014 17:02
 
"L'unica solidarieta' vera e' quella della mamma nei confronti del figlio, il resto sono favole utili a mantenere lo status quo dei centri di potere. Come puo' lo Stato parlare di solidarieta' quando la maggior parte dei cordoni viene ancora buttata via, mentre si impedisce alle madri di conservare quello del proprio neonato?". La presidentessa di Bamco (Banca Autologa/Allogenica Mantovana del Cordone Ombelicale), Giavanna Gamba e' sul piede di guerra. Insieme ad altre donne nel 2002 ha intrapreso un'iniziativa, senza scopo di lucro, utile a tutte le mamme del mantovano, una zona in cui era completamente assente la pratica della raccolta del cordone. "Ci siamo organizzate e con la modalita' dell'autofinanziamento e cioe' senza gravare sul Servizio sanitario nazionale abbiamo messo in piedi un sistema che ci ha consentito di raccogliere 2500 campioni biologici. Il primo raccoglitore - dice al VELINO - lo dono' la signora Marcegaglia. Poi e' intervenuto il decreto dell'allora ministro Sacconi che ha vietato la raccolta del cordone per fini autologhi, salvo poi consentire questo tipo di conservazione ma solo all'estero". Da allora e' iniziata una lunga fase di stallo: la raccolta dei cordoni da parte di Bamco e' stata interrotta nel 2010. Ma allo stesso tempo la legge non ha potuto imporre l'esportazione all'estero dei campioni, dal momento la raccolta era avvenuta in base ad autorizzazioni rilasciate regolarmente prima che la legge cambiasse.
"Le visite ministeriali presso la struttura che ospita questi materiali hanno certificato che e' stato fatto tutto a norma di legge anche se ci e' stato chiesto di fare una serie di interventi strutturali di natura edilizia che dovrebbero avere la funzione di isolare i nostri contenitori rispetto ad altro materiale depositato presso l'azienda ospedaliera Carlo Poma" dice la presidentessa di Bamco che di un fatto si dice certa: "I cordoni accumulati negli anni non possono essere distrutti in quanto di proprieta' delle singole mamme che li hanno voluti conservare. Ed e' fallito il pressing volto ad imporci il loro trasferimento all'estero". Insomma a Mantova esiste una realta', unica in Italia, in cui sono conservati cordoni per uso proprio del neonato o della famiglia del neonato a cui e' stato prelevato al momento della nascita. E per difendere questi campioni le donne di Bamco sono pronte a tutto, innanzitutto a tenere aperto il dialogo con le istituzioni contando sul cambio di governo e sulle sensibilita' dei nuovi interlocutori. O, alla peggio, preparandosi alla battaglia giudiziaria nelle aule dei tribunali italiani e fino alla Corte di Strasburgo.
"Puntiamo ad ottenere il certificato di biodeposito, forti delle autorizzazioni del passato che testimoniano che non abbiamo fatto nulla di illegale e confortate, oggi, dall'esito positivo delle ispezioni tecniche. Ora la palla spetta al ministero: siamo un'anomalia, ma un'anomalia che esiste e che non puo' essere cancellata". Ma il riconoscimento di biodeposito potrebbe aprire la strada ad altri scenari. "Vogliamo arrivare a un assetto diverso su scala nazionale - rispetto al quale il nostro potrebbe essere un modello di riferimento - ; un meccanismo di trasformazione del sistema attualmente affidato alla rete delle banche pubbliche, verso forme di partenariato pubblico privato. Attualmente si buttano via inutilmente, assieme ai cordoni, milioni di euro, per un sistema inefficiente, che gravano sulla collettivita'. Noi abbiamo dimostrato che il servizio puo' essere fatto con modalita' piu' vantaggiose per tutti".
 
 
 
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