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 ITALIA - ITALIA - Staminali cordonali. Dl in 'approvazione' al Senato
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Notizia 
12 luglio 2014 17:16
 
Promuovere la donazione, qualificare il sistema di raccolta nazionale e razionalizzare le banche di raccolta delle staminali da cordone ombelicale. E' questo l'obiettivo del disegno di legge in corso di approvazione al Senato dopo una gestazione che prosegue dalla fine della scorsa legislatura. "Su un punto siamo tutti d'accordo - dice al VELINO la relatrice del provvedimento, Manuela Granaiola del Pd- : i dati relativi alla donazione del cordone ombelicale ci raccontano innanzitutto che in Italia non si fa una corretta informazione. La diffusione della cultura del dono andrebbe poi estesa anche alle donne straniere che partoriscono nel nostro Paese che sono molto piu' numerose delle italiane: sarebbe importantissimo, ai fini della qualificazione del sistema e alla sua competitivita' internazionale, poter avvalersi delle donazioni di altre etnie".
Insomma il sistema delle banche italiane e dei centri di raccolta, oltre 300, ad esse collegate sconta una criticita' importante: a fronte di un numero di donazioni comunque modesto, non tutto quanto viene raccolto potra' essere poi utilizzato, ma solo le unita' che rispondono a una serie di caratteristiche quantitative e qualitative. E' innanzitutto necessaria la conformita' ai requisiti internazionali relativi alla concentrazione di cellule staminali altrimenti il rischio e' che i campioni vengano letteralmente snobbati, perche' non adeguati agli standard presenti nel mercato estero. I requisiti di qualita' ovviamente non dipendono dal cordone ombelicale delle mamme italiane, ma dalle modalita' di raccolta e della conservazione dei campioni. Modalita' che attengono a volume, cellularita', sterilita', sicurezza infettivologica verificata con i controlli a 6-12 mesi dalla raccolta e che ci vedono spesso soccombenti rispetto alle banche straniere.
"Va qualificato il personale impiegato per il prelievo dei materiali in sala parto" - dice Granaiola che pero' ammette: "il problema e' anche quello dell'accreditamento internazionale delle banche del sistema pubblico". Recentemente sono state completate le verifiche in vista del rilascio della certificazione indispensabile per consentire alle banche di continuare a erogare unita' di sangue cordonale ai Centri trapianto degli Stati Uniti: per tre banche italiane sono ancora in corso le azioni correttive necessarie per conseguire la certificazione. Ancora peggio sul fronte dell'accreditamento rilasciato dal Fact (Foundation for the Accreditation of Cellular Therapy), l'associazione internazionale che rappresenta il riferimento mondiale delle banche del sangue del cordone, pubbliche e private che certifica che le attivita' che si svolgono nel sistema delle banche italiane siano svolte secondo i rigorosi standard definiti dalle linee guida internazionali la cui applicazione puntuale garantisce risultati in termini di qualita' e sicurezza in tutto il processo di raccolta, crioconservazione e distribuzione delle unita' di sangue cordonale (Sco) a scopo di trapianto. Impensabile dunque aumentare il numero delle banche presenti sul territorio nazionale.
"Personalmente - dice la relatrice del provvedimento - avrei visto bene un accorpamento interregionale di queste strutture e, anche se abbiamo scelto di non intervenire su questo punto, sicuramente non e' il caso di aumentarne il numero". Impostazione, quest'ultima, condivisa dai due enti di competenza del settore, il Centro nazionale Sangue e il Centro nazionale trapianti, che in una memoria agli atti di Palazzo Madama hanno sottolineato come "il numero di banche cordonali in Italia di per se' appare essere gia' fortemente superiore alle esigenze del territorio". A fronte delle 19 strutture pubbliche italiane (tre solo a Roma), in tutto il mondo sono in totale 47.
 
 
 
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