Le cellule staminali sempre più indispensabili alle nuove terapie possono essere prodotte su larga scala 'spremendo' le cellule adulte. Lo hanno fatto per la prima volta i ricercatori del Politecnico di Losanna, grazie ad uno speciale gel che comprime le cellule ricreando l'ambiente 3D più favorevole alla loro riprogrammazione. L'esatto meccanismo molecolare che produce questo risultato non è ancora del tutto chiaro, ma potrebbe aprire la strada alla produzione industriale delle famose cellule staminali indotte (Ips) premiate con il Nobel per la medicina nel 2012, come spiegano gli stessi autori dello studio sulla rivista Nature Materials. Le cellule staminali pluripotenti indotte (Ips) rappresentano il Santo Graal della medicina rigenerativa: prodotte a partire da normali cellule adulte, possono a loro volta differenziarsi in qualsiasi tipo di tessuto. Ad oggi esistono diversi metodi per ottenerle attraverso la riprogrammazione delle cellule adulte, ma finora nessuno è risultato abbastanza efficiente, soprattutto nella produzione di grandi quantità di staminali. Il tallone d'Achille di queste tecniche, secondo i bioingegneri di Losanna, starebbe proprio nel coltivare le cellule in un ambiente bidimensionale (quello delle piastre e degli altri contenitori usati in laboratorio), mentre le cellule del nostro organismo vivono e crescono in 3D. Per superare questo problema, i ricercatori hanno ideato un nuovo sistema di coltura tridimensionale in cui immergere le cellule adulte da trasformare in staminali: si tratta di un gel che contiene i fattori di crescita specifici per la riprogrammazione cellulare. Modificando la sua composizione, e di conseguenza la sua densità, si vanno ad esercitare differenti forze meccaniche sulle cellule adulte inglobate all'interno, 'spremendole' letteralmente. Questi segnali meccanici che si impartiscono alla cellula dall'esterno attraverso il gel vanno ad interagire con i segnali genetici inviati attraverso i fattori di crescita, rendendo la riprogrammazione più facile e veloce.