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 ITALIA - ITALIA - Relazione della commissione di studio sull'utilizzo di cellule staminali per finalita' terapeutiche (seconda parte) - 28 Dicembre 2000
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28 dicembre 2000 16:34
 
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8 - Le diverse interpretazioni
E' noto che sulla liceita' morale della sperimentazione sugli embrioni umani esiste una radicale controversia, che trova il suo fondamento in differenti concezioni etiche, filosoficamente e/o religiosamente fondate, ad ognuna delle quali questa Commissione riconosce piena legittimita'. Qui non e' neppure possibile tentare di sintetizzare la sostanza del dibattito in materia.
Ma, almeno per chiarirne i termini, conviene rilevare che la controversia non e' riducibile nei termini di una contrapposizione tra pensiero secolare e pensiero religioso. E' probabile che gli argomenti utilizzati siano differenti, ma i favorevoli e i contrari sono presenti in ambedue questi schieramenti.
Ad esempio, le testimonianze rese presso la National Bioethics Advisory Commission da rappresentanti delle religioni piu' diffuse negli Stati Uniti hanno evidenziato un vasto ventaglio di posizioni. Si va dalla posizione contraria espressa dalla chiesa cattolica e dalla chiesa ortodossa (il cui rappresentante si e' tuttavia dichiarato favorevole alla sperimentazione sugli embrioni "soprannumerari") alla posizione favorevole espressa, con alcuni distinguo, da rappresentanti delle confessioni protestanti, delle due principali tradizioni islamiche e dell'ebraismo, i cui rappresentanti hanno anzi sottolineato il carattere "doveroso" della ricerca sulle cellule embrionali a fronte del beneficio terapeutico atteso. E' possibile che questo stesso ventaglio di posizioni si evidenzierebbe esaminando le etiche secolari.

9 - Il rispetto della vita umana
La soluzione della controversia sulla sperimentazione degli embrioni umani varia a seconda della posizione assunta sulla questione dell'embrione. Alcuni, infatti, affermano che l'embrione umano e' un essere umano a partire dal momento della fecondazione; altri osservano, invece, che negativa e' la risposta al problema centrale se nelle prime fasi del suo sviluppo l'embrione sia o no persona; altri ancora, infine, che non e' possibile decidere la controversia in materia ma ritengono che l'embrione umano non sia una mera "cosa" utilizzabile a piacimento e che meriti una tutela crescente proporzionale al suo sviluppo. Di fronte all'ampiezza e alla radicalita' di tale controversia, e' chiaro che questa Commissione (o qualunque altra Commissione) non puo' certo assumersi il compito di dirimere un disaccordo che ha la sua radice in convinzioni antropologiche filosoficamente e/o religiosamente fondate. Ciascuna posizione raccoglie consensi, e la Commissione e' ben consapevole che il mero fatto che una data soluzione raccolga un vasto consenso, non la rende "piu' giusta" rispetto alle altre, ne' equivale ad una delegittimazione delle altre posizioni.
La Commissione, infatti, prende atto che esiste un valore unanimemente condiviso da tutte le posizioni sopra accennate: il rispetto dovuto alla vita umana. Non vi e' chi non accetti questo principio, anche se poi ci puo' dividere sui modi concreti di manifestare tale rispetto nelle circostanze reali della vita.

10 - Risoluzione minoritaria
Alcuni membri della Commissione (Card. Ersilio Tonini, Adriano Bompiani, Bruno Dallapiccola, Domenico Di Virgilio, Enrico Garaci, Luigi Lorenzetti, Girolamo Sirchia) senza entrare nel dibattito filosofico e scientifico circa l'embrione, ritengono che due affermazioni sono determinanti per il comportamento etico: l'embrione e' un essere umano con potenzialita' di sviluppo (e non un essere umano potenziale); l'embrione, come ogni essere umano, ha diritto alla vita. Per un'adeguata comprensione, non si tratta di proiettare nell'embrione l'idea di persona fatta e finita, ma nemmeno di coltivare un'idea di persona che possa prescindere da quest'inizio. Il legame tra embrione e persona va considerato come un processo unitario, dinamico e continuo.
L'espressione che meglio rappresenta l'intrinseca tensione tra i due poli (embrione e persona) e' "l'embrione va rispettato come persona". In altre parole, il rispetto che si deve alla persona e' rispetto alla persona nelle sue diverse fasi, a cominciare da quella dell'inizio. La vita umana, la sua dignita', non e' piu' in alcune fasi e meno in altre. In questa prospettiva, quindi, le argomentazioni a favore della sperimentazione degli embrioni sovrannumerari (il sacrificio di questi embrioni e' proporzionato ai vantaggi sperati; un male minore rispetto a quello maggiore della loro distruzione; una giusta soluzione del conflitto tra diritto alla vita di questo embrione e il diritto del malato a essere curato) si fondano su una visione strumentale dell'embrione umano, al quale non si riconosce ancora il titolo di soggetto e, quindi, eliminabile a vantaggio di un soggetto che e' gia' tale, come si pretende.
Inoltre, si osserva che, a partire dal dilemma "l'embrione o viene usato o viene distrutto", significa accettare, in etica, l'insostenibile equiparazione tra "uccidere" e "lasciar morire". In breve, le argomentazioni che proibiscono moralmente di creare embrioni per la sperimentazione, valgono anche per la proibizione dell'utilizzo di quelli gia' esistenti.
Nell'un caso come nell'altro, infatti, compare il mancato riconoscimento dell'embrione come soggetto umano e, quindi, la sua possibile strumentalizzazione, almeno nella prima fase della sua esistenza.

11 - Risoluzione maggioritaria
Gli altri diciotto membri della Commissione hanno invece fissato l'attenzione sul fatto che anche in Italia, in vari laboratori che attuano programmi di fecondazione in vitro, esiste un elevato numero di embrioni soprannumerari, formati nel contesto di un progetto procreativo, ma che, per varie ragioni, non sono piu' destinati all'impianto.
La scelta di destinare una parte di questi embrioni a ricerche dalle quali possono derivare notevoli benefici per l'umanita' non comporta una concezione strumentale dell'embrione, ne' costituisce un atto di mancanza di rispetto nei confronti della vita umana, in specie se si considera che l'alternativa e' di lasciare che questi embrioni, per i quali non e' piu' possibile la destinazione per cui sono stati formati, periscano. Quando ci si trova di fronte a situazioni dilemmatiche, il meglio che si possa fare - se si esclude l'inazione, che comunque e' una scelta - e' di bilanciare i valori in gioco.
Nel nostro caso, a fronte dell'inevitabile destino riservato a una parte degli embrioni crioconservati e non piu' impiantabili, la Commissione ritiene che la bilancia penda a favore della destinazione di tali embrioni agli scopi di una ricerca suscettibile di salvare la vita di milioni di esseri umani e ritiene che tale destinazione manifesti, nella situazione sopra descritta, un rispetto per la vita umana ben superiore al mero "lasciar perire". La soluzione sopra delineata e' quella che raccoglie i maggiori consensi sul piano delle valutazioni espresse da numerose istituzioni e comitati nazionali ed internazionali.
Essa e' ispirata da una logica dell'espansione del raggio della ricerca e puo' quindi consentire, in un tempo piu' breve rispetto alle logiche restrittive, di pervenire alle conoscenze scientifiche di base che permetteranno il passaggio alla fase della sperimentazione clinica. Sul piano dei principi, tale soluzione trova sostegno nel principio di beneficialita', il quale, sia pure con differenti accentuazioni, e' un tratto comune alle principali dottrine morali, ispira l'etica della ricerca biomedica, ed e' fonte dei doveri di responsabilita' che noi abbiamo verso le persone che soffrono.
In forza di cio', tale soluzione da' corpo alla nostra responsabilita' verso le prossime generazioni, alle quali indubbiamente ridonderanno i benefici degli sforzi che oggi facciamo nella lotta contro le malattie e la sofferenza. Non va dimenticato infine che questa posizione e' ispirata ad un atteggiamento collaborativo e prudente, proteso ad evitare il piu' possibile i contrasti ed attento a rispettare al massimo le diverse convinzioni in campo.


Capitolo 4

RACCOMANDAZIONI
In considerazione dei notevoli benefici attesi dalla ricerca sulle cellule staminali, una parte della Commissione ritiene che sia un dovere della nostra societa' favorire e sostenere, nei modi piu' opportuni, la ricerca su tutte le fonti di cellule staminali ricordate nelle Considerazioni conclusive della parte scientifica del presente documento. Resta ferma la liberta' dei ricercatori o dei gruppi di ricerca di indirizzare le proprie indagini verso la fonte che riterranno piu' consona alle proprie valutazioni scientifiche e/o etiche, senza pregiudizio alcuno per l'accesso ai finanziamenti. ?
La nuova tecnica del trasferimento nucleare per la produzione di cellule staminali autologhe (TNSA) viene raccomandata perche' offre la prospettiva di risolvere le esigenze quantitative cosi' come di superare i problemi di compatibilita' immunologica. La Commissione ha riconosciuto che questa tecnica, essendo in grado di evitare l'avvio della formazione dell'embrione, appare esente da problemi etici. ?
In ogni caso, per quanto riguarda la derivazione di cellule staminali da embrioni, la Commissione raccomanda che tale derivazione sia consentita esclusivamente da embrioni soprannumerari. ?
La parte della Commissione, favorevole all'utilizzo degli embrioni sovrannumerari, raccomanda che sia al piu' presto esperita una indagine sul numero e la localizzazione degli embrioni soprannumerari non piu' destinati all'impianto. Sara' anche necessario elaborare procedure per ottenere il consenso informato delle coppie che hanno acconsentito alla crioconservazione, ma non intendono piu' far ricorso a procedimenti di trasferimento embrionale. Tali procedure devono esplicitamente escludere ogni forma di compenso per la donazione e ogni forma di riserva sulla destinazione delle linee cellulari che eventualmente verranno prodotte. Per il futuro, la richiesta di donazione per fini di ricerca dovra' essere rivolta, previa adeguata informazione, alla coppia solo dopo l'esplicita rinuncia ad utilizzare gli embrioni per scopi riproduttivi. ?
Al fine di garantire il controllo pubblico della ricerca sulle cellule staminali - e in adesione all'invito formulato al punto 2.6 del Parere dell'European Group on Ethics in Science and New Technologies - la Commissione raccomanda di esplorare la possibilita' di istituire un Progetto nazionale di ricerca sulle cellule staminali, dotato di un organismo tecnico di coordinamento centrale coi compiti: ?
di elaborare apposite Linee guida per la redazione dei protocolli di ricerca, sia sotto l'aspetto scientifico, sia sotto l'aspetto etico, anche in riferimento alle normative nazionali ed internazionali che governano la ricerca biomedica, laddove applicabili; ?
di monitorare l'andamento della ricerca, anche sulla base del confronto coi risultati acquisiti sul piano internazionale, al fine di stabilire tempi e modalita' del passaggio alla fase della sperimentazione clinica; ?
di ricercare, a tempo debito, le opportune forme di coordinamento con gli organismi deputati a valutare ed approvare i protocolli di sperimentazione clinica. ?
Nelle more della ratifica della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina del Consiglio d'Europa, gia' firmata dall'Italia, la Commissione raccomanda al Ministro della Sanita', professor Umberto Veronesi, di predisporre gli atti normativi idonei a consentire la ricerca cosi' come indicata alla Racc. 1 e, al tempo stesso, a soddisfare quanto previsto dall'art. 18 della suddetta Convenzione, che obbliga gli Stati membri che decidano di autorizzare la sperimentazione sugli embrioni ad adottare misure legislative atte ad assicurare una adeguata protezione dell'embrione.

Roma, 28 dicembre 2000


28 Dicembre 2000
 
 
 
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