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 ITALIA - ITALIA - Fecondazione assistita e obiezione di coscienza
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Comunicato 
19 giugno 2002 9:35
 
FECONDAZIONE ASSISTITA E OBIEZIONE DI COSCIENZA
SI' ALLA LIBERTA' DI DARE CURE, MA DOV'E' LA LIBERTA' DI RICEVERLE? COME AL SOLITO E' L'UTENTE DEI SERVIZI CHE VIENE PENALIZZATO. QUESTA VOLTA IN NOME DI DUE RELIGIONI DI STATO: QUELLA CONFESSIONALE E QUELLA DEL MONOPOLIO SANITARIO

Firenze, 18 Giugno 2002. La Camera ha votato l'articolo 15 della legge sulla fecondazione assistita. Medici e infermieri che non intendono partecipare ad interventi di procreazione assistita potranno sollevare obiezione di coscienza. Ben venga qualunque obiezione di coscienza per qualunque legge e qualunque coscienza. Ma nel nostro caso ci sono due pesi e due misure. Perche' l'obiezione di coscienza di medici e infermieri danneggera' gli utenti del servizio che, come alternativa, potranno solo emigrare da un ospedale all'altro con una buona possibilita' di demordere ed essere costretti -a fronte di una determinata convinzione- ad andare all'estero.
La liberta' di curare e' sicuramente una conquista civile, ma dov'e' la liberta' di farsi curare nel modo che si ritiene piu' opportuno? Forse gli utenti avranno a disposizione una cifra di denaro (di quanto gli spetterebbe dal servizio sanitario nazionale per lo specifico intervento) da utilizzare in strutture private che potranno servire alla bisogna? Non ci sembra che sia questa la prospettiva. Anzi.
Sicuramente tutto il nostro sistema sanitario nazionale non e' strutturalmente adeguato ad una simile evenienza, dove il "talmud" del servizio pubblico obbligatorio e' intoccabile indipendentemente dal colore politico della gestione. Ma questo significa che a pagare devono essere solo gli utenti di questo servizio? Sono loro che devono rinunciare per onorare la coscienza di chi dovrebbe curarli? Macabra situazione di altrettanto macabro sistema, dove il contribuente obbligatorio e' onorato nella sua funzione di suddito. E nel nostro caso anche beffato, perche' paga lui per la liberta' altrui ... che andrebbe benissimo se altrettanta liberta' fosse in suo potere.
Motivo per cui impedire l'obiezione di coscienza? No! Ma motivo per sottolineare l'impossibilita' di questo sistema sanitario di consentire la convivenza fra diversi individui con i loro altrettanto patrimoni culturali diversi. La soluzione, pero', il Parlamento, l'ha trovata: penalizzando chi viene considerato di serie B rispetto a chi dovrebbe prestargli le cure.
Crediamo che i viaggi della speranza, quando e se questo Parlamento riuscira' a partorire questa bruttissima legge, saranno l'unica speranza per chi volesse una procreazione assistita senza il benestare delle religioni di Stato: quella dell'art.7 della Costituzione e quelle dell'obbligo del Servizio Sanitario Pubblico.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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