I rischi della terapia ormonale sostitutiva, utilizzata per combattere gli effetti della menopausa, potrebbero essere stati sottostimati. A mettere in guardia è un nuovo maxi studio - il più ampio condotto finora - pubblicato sul 'British Journal of Cancer', che segnala un possibile rischio amplificato di sviluppare il cancro al seno. La ricerca è stata rilanciata da più testate britanniche online. Per realizzarla gli scienziati hanno utilizzato i dati provenienti dal Breast Cancer Now Generations Study (che ha seguito per 40 anni più di 100 mila donne). L'analisi punta il dito in particolare sull'uso prolungato della terapia ormonale sostitutiva combinata (estrogeni più progestinici): dallo studio, che si è concentrato sui dati riguardanti quasi 40 mila donne in menopausa di cui 775 hanno sviluppato tumore al seno, emerge infatti che le donne che hanno assunto la terapia combinata per circa 5 anni hanno avuto una probabilità 2,7 volte più alta di sviluppare tumore al seno rispetto alle donne che non assumevano il farmaco o che prendevano solo estrogeni. Il rischio è risultato ancora più amplificato - quasi 3,3 volte più alto - nelle pazienti che hanno utilizzato la terapia ormonale sostitutiva combinata per 15 anni o più. Gli autori precisano che, quando la terapia viene terminata, il rischio aumentato di cancro al seno ritorna a livelli normali. "La nostra ricerca - ha spiegato l'autore principale dello studio Anthony Swerdlow, professore di epidemiologia all'Institute of Cancer Research di Londra, citato dalla stampa Gb - dimostra che alcuni studi precedenti hanno probabilmente sottovalutato il rischio di cancro al seno con terapia ormonale sostitutiva combinata estro-progestinica e fornisce ulteriori dati per permettere alle donne decisioni informate riguardo ai potenziali rischi e benefici di questa terapia".