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 ITALIA - ITALIA - Legge 40. Turco emana nuove linee guida: si' ad analisi preimpianto, si' a malati di Aids ed epatite
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Notizia 
30 aprile 2008 0:00
 
Le nuove linee guida alla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita sono una realta'. Il decreto del ministro della Salute Livia Turco, firmato lo scorso 11 aprile, esce oggi in Gazzetta Ufficiale. Tra le novita' piu' salienti, rispetto al vecchio testo, il fatto che sono stati eliminati i commi che vietavano la diagnosi preimpianto, dopo le recenti sentenze di diversi tribunali e in particolare di quella del Tar Lazio dell'ottobre 2007.    
Le principali novita' delle nuove linee guida, dunque, riguardano l'eliminazione dei commi del testo precedente, "che - spiega il ministero della Salute in una nota - limitavano la possibilita' di indagine solo a quella di tipo osservazionale". Il nuovo testo ha dunque sostanzialmente recepito le sentenze di alcuni tribunali, e quella del Tar del Lazio dell'ottobre 2007 in particolare, "che ha annullato le linee guida precedenti proprio in questa parte, ritenendo tale limite non coerente con quanto disposto dalla legge 40".
La seconda novita' riguarda la possibilita' di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) anche alla coppia in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili. Dunque via libera alle tecniche di Pma per malati di Aids ed epatite B e C. Un'estensione motivata dal fatto che "queste condizioni sono assimilabili ai casi di infertilita' per i quali e' concesso il ricorso alla fecondazione assistita. In questi casi c'e' infatti un elevato rischio di infezione per la madre e il feto conseguente a rapporti sessuali non protetti con il partner sieropositivo. Un rischio che, di fatto, preclude la possibilita' di avere un figlio a queste coppie".
Il terzo nodo affrontato dalle nuove linee guida firmate da Turco prevede che "ogni centro per la Pma debba assicurare la presenza di un adeguato sostegno psicologico alla coppia, predisponendo la possibilita' di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore".
Si e' cosi' concluso l'iter di emanazione di questo provvedimento, secondo quanto previsto dalla stessa legge 40 che indica la necessita' di un aggiornamento delle linee guida almeno triennale in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica e da attuarsi avvalendosi dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) e previo parere del Consiglio superiore di sanita' (Css).
Il principale organo consultivo del ministero della Salute si era espresso due volte in merito, la prima volta "il 19 luglio 2007, quando rilevo' la sussistenza dei presupposti tecnico-scientifici per l'aggiornamento delle linee guida, fornendo altresi' una serie di indicazioni di merito al ministro della Salute finalizzate al miglioramento delle vecchie linee guida. La seconda - ricorda il comunicato del dicastero di Lungotevere Ripa - il 9 aprile scorso, quando ha sottolineato la coerenza del testo delle nuove linee guida, per la parte di pertinenza, con il suo precedente parere del 19 luglio".

COMMENTI

Emanare le linee guida alla legge 40 "negli ultimi istanti del Governo Prodi e' un atto di assoluta mancanza di rispetto delle istituzioni e della moralita' pubblica". Questo il secco commento del deputato Udc, Luca Volonte'. "Nonostante i nostri appelli degli ultimi mesi -osserva Volonte'- Livia Turco ha infatti firmato un decreto inqualificabile, assecondando cosi' la sentenza di Cagliari contraria alla legge. Invitiamo il prossimo Governo e il nuovo ministro della Salute a ritirarle non appena possibile, riformulandole radicalmente in senso piu' favorevole alla vita e alla lotta alla sterilita' e non alla selezione eugenetica".  "Continueremo a vigilare in modo sistematico e costruttivo a difesa della salute della donna e della maternita' - sottolinea l'esponente centrista - Cosi' come e' avvenuto nell'ultimo decennio, anche in questa legislatura l'Intergruppo parlamentare 'Persona e Bene comune' potra' continuare a svolgere la propria attivita' a favore dei valori 'non negoziabili' grazie alla presenza trasversale di molti cattolici, sia nel centrodestra che nel centrosinistra".    

"Con un colpo di coda offensivo del suo ruolo istituzionale e scorretto verso il ministro che le subentrera', la Turco fa uscire nuove linee guida sulla legge 40: da un governo che lascia anzitempo perche' pesantemente sconfitto dalle urne arriva l'ennesima freccia avvelenata che ha il sapore della vendetta. Il ministro uscente sbaglia, nel metodo e nel merito". E' quanto afferma, in una nota, la responsabile Udc per la Famiglia, Luisa Capitanio Santolini. Nel metodo, spiega, "perche' dopo averle tenute nel cassetto per mesi, le emana proprio al termine del ballottaggio a Roma e a pochi giorni dall'insediamento del nuovo governo: segno- sottolinea l'esponente centrista- della consapevolezza che esse avrebbero indignato l'area moderata e cattolica e quindi danneggiato Rutelli e Veltroni". Sul merito, poi, continua Santolini, "la Turco fa scientemente un uso strumentale di sentenze che vanno contro lo spirito e la lettera della legge. La diagnosi pre-impianto apre scenari di selezione eugenetica, che e' proprio quel che la legge voleva impedire, e che le sentenze del 2007 hanno ignorato. Inoltre, l'infezione da virus Hiv ai danni del feto e' un dramma che in Africa si sta tentando di limitare. perche' in Italia si deve andare nella direzione opposta?". In tal senso, conclude Santolini, "mi auguro che il prossimo ministro abroghi immediatamente queste linee guida che dimenticano il risultato del referendum, e che il gruppo dirigente del Pd si renda conto che sono stati episodi come questo e quello dell'Osservatorio sulla Famiglia, altro colpo di mano stavolta di Rosy Bindi, che gli hanno fatto perdere la fiducia della gente".   

Donatella Poretti, senatrice radicale eletta nel Partito Democratico:
Le nuove linee guida sulla legge 40, scadute ad agosto 2007, sono state rinnovate. Bocciate dalle sentenze dei Tribunale di Cagliari (settembre 2007) e Firenze (dicembre 2007) e fatte decadere dal TAR Lazio (gennaio 2008), li' dove vietavano la diagnosi preimpianto, ora hanno anche eliminato il divieto di ricorrere a tecniche di fecondazione assistita per chi, fertile, ha malattie sessualmente trasmittibili. Le linee guida precedenti si erano arrogate il compito di "guidare" anche questioni che la legge non prendeva in considerazione, diventando di fatto nuove norme. Ora il gap e' stato sanato, ma con un ritardo che la dice molto lunga. Il ministro Livia Turco ha preferito attendere la fine di tutte le tornate elettorali per non turbare gli animi e gli equilibri interni al proprio partito, mostrando ancora una volta come, sull'altare della politica si e' disposti a sacrificare tutto, inclusa la pelle e i diritti dei cittadini. Ma plaudo limitatamente, perche' la legge 40 rimane con tutto il suo bagaglio di incongruenze e divieti, tra cui emerge in modo scandaloso il divieto alla ricerca con le cellule staminali embrionali, ricerca che sta facendo passi da gigante in tutti i Paesi del mondo, avendo praticamente superato tutti quegli scogli etici che solo nel Paese del potere temporale della Chiesa Vaticana riescono ancora a tradursi in norma e leggi.

Le nuove linee guida alla legge 40 si meritano un bel '7 piu' da Carlo Flamigni, professore di ginecologia all'universita' di Bologna. "Il punto debole sta nel limite dei tre embrioni impiantabili - sottolinea l'esperto all'Adnkronos Salute - ma certo, conoscendo la ministra della Salute e sapendo che non e' un cuor di leone, trovo che il suo sia stato un grande atto di coraggio". Bene, invece, l'abolizione del divieto di diagnosi preimpianto - "un atto dovuto", commenta - e il via libera alla fecondazione assistita anche in caso il futuro papa' sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili.  "La questione della diagnosi preimpianto - spiega Flamigni - era figlia di una interpretazione molto malevola nei confronti delle persone che cercavano un figlio con l'aiuto della scienza. Una correzione in questo caso era un atto dovuto". L'obbligo di fertilizzare solo 3 ovociti per ogni ciclo riduce pero', spiega il ginecologo, lo spazio per una diagnosi preimpianto che abbia una probabilita' concreta di successo. Insomma, che si arrivi a una gravidanza.  "Nel caso, infatti, di una coppia con malattie genetiche - dice il ginecologo - statisticamente e' elevata la probabilita' che almeno un embrione sia 'malato', e non e' detto che si formino comunque tre embrioni. Insomma, alla fine c'e' la probabilita' che venga impiantato un solo embrione. Cosi' le speranze che dopo la diagnosi pre-impianto si arrivi alla nascita di un bebe' sono ridotte, almeno per le coppie non giovanissime".    
Bene, infine, la garanzia, introdotta dalle linee guida, della possibilita' di un sostegno psicologico per la coppia in cerca di un figlio in provetta.
"L'obbligo di passare attraverso le forche caudine dello psicologo - riflette Flamigni - sarebbe stato sbagliato. In questo modo, invece, si offre un aiuto in piu' a chi ne ha bisogno".
"E' importante anche il fatto che la fecondazione assistita - sottolinea - sia aperta alle coppie sterili, quelle che non sono in grado di iniziare una gravidanza, ma anche alle infertili, cioe' incapaci di avere bimbi sani".

Le nuove linee guida alla legge 40, emanate oggi dal ministro della Salute uscente, Livia Turco, "di fatto non cambiano di molto le cose, ma sicuramente creano un clima di maggiore apertura. Diciamo che per un certo verso hanno eliminato un po' di ipocrisia, ma bisogna vedere cosa fara' il nuovo ministro della Salute: se ne arrivera' uno schierato ideologicamente, queste moderate aperture potrebbero azzerarsi". A dirlo, all'Adnkronos Salute, e' Claudio Giorlandino, presidente della Societa' italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale (Sidip), commentando la pubblicazione in Gazzetta ufficiale delle nuove indicazioni sulla normativa in materia di fecondazione assistita   "La diagnosi preimpianto - ricorda l'esperto - non era mai stata vietata in assoluto e la donna si e' sempre potuta rifiutare di ricevere l'impianto dell'embrione, che dunque non e' coercibile. L'unica cosa che veramente e' cambiata e' che si potra' fare diagnosi genetica e non soltanto osservazionale per vedere come sta l'embrione. Ad esempio, se con l'analisi genetica vedo che l'embrione e' portatore di una malattia cromosomica incompatibile con l'esistenza, posso non trasferirlo, nemmeno se l'embrione dal punto di vista osservazionale sta bene. In altre parole, posso non impiantarlo anche se guardandolo sembra che sia sano. Il resto non e' cambiato, solo il clima e' di maggior apertura".    
"Speriamo piuttosto - sottolinea l'esperto - che le linee guida contengano indicazioni molto rigide sulle modalita' con cui effettuare la diagnosi preimpianto ed evitino cio' che avviene all'estero e cioe' che questi esami vengono effettuati a centinaia di chilometri da dove si esegue la procreazione medicalmente assistita. Questo rende la diagnosi tardiva e mai certa.
Si spera che le linee guida prevedano che la diagnosi preimpianto debba essere eseguita all'interno dello stesso centro dove si effettua la fecondazione assistita, con tutte le competenze tecniche necessarie".
Per quanto riguarda l'apertura alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie in cui l'uomo sia sieropositivo o affetto da epatite B o C, per Giorlandino "anche in questo caso e' cambiato poco: e' una piccola apertura, ma anche prima molte di queste coppie dichiaravano la loro sterilita' anche se in realta' non ne erano affetti. Ed era difficile dimostrare il contrario, se per esempio assicuravano di provare ad avere figli da tre anni".

"Al nuovo Governo spettera' ora il difficile compito di stabilire cosa sia eugenetica". Questa, secondo la parlamentare del Pd Paola Binetti, sara' la nuova sfida posta dalle linee guida alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, emanate dal ministro della Salute Livia Turco e da oggi in Gazzetta Ufficiale. "La rimozione del divieto di diagnosi preimpianto -spiega all'Adnkronos Salute- solleva una questione rilevante perche' allo stesso tempo si proibisce una diagnosi a fini eugenetici. Serve allora stabilire cosa sia o meno eugenetica. Io -afferma- ho un'interpretazione fortemente restrittiva. Dunque per me e' eugenetica impedire la nascita di un embrione perche' portatore di una malattia".  La parlamentare dell'opposizione sulla questione passa pero' 'la palla' alla maggioranza. "Il nuovo Esecutivo -ribadisce- dovra' definire i confini dell'eugenetica proprio alla luce dei riferimenti alle sentenze dei tribunali, che hanno deciso su casi specifici sollevati da alcune coppie italiane. Dunque il Governo dovra' promuovere un dibattito scientifico, culturale, bioetico e politico. E quindi decidere". Quanto invece alle altre due novita' contenute nelle nuove linee guida, Binetti le promuove appieno. "Consentire l'accesso alle tecniche per le coppie in cui ci sia un sieropositivo o malato di epatite, e fornire assistenza psicologica alle coppie -conclude- significa avvicinarsi ai bisogni reali delle persone".    
Ancora non basta. Per Filomena Gallo, presidente dell'Associazione Amica cicogna e vicesegretaria dell'Associazione Luca Coscioni, e' una promozione con riserva quella delle nuove linee guida alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. "Con le linee guida oggi emanate - dice in una nota - possiamo dire la parola fine a ogni forma di dubbio sulla possibilita' di effettuare diagnosi preimpianto. Perche' il testo rispecchia la giurisprudenza recente che prevede, nel rispetto della legge, l'indagine clinica sull'embrione per conoscerne lo stato di salute. Quindi, da oggi, e' finalmente chiaro che le indagini cliniche sull'embrione possono essere effettuate".  Ma per Gallo le nuove linee guida "torneranno dinanzi ai tribunali perche' i portatori di malattie genetiche non sterili non sono contemplati nel testo e non potranno accedere alla fecondazione assistita, poiche' per loro non vi e' la medesima previsione attuata per i portatori di malattie virali. Ancora una volta assistiamo alla lesione dei diritti costituzionalmente rilevanti quali il principio di uguaglianza dell'articolo 3 della costituzione".  "A tutto cio' si aggiunge - rileva Gallo - che le osservazioni delle societa' scientifiche sulla questione del numero di ovociti da fecondare rimangono completamente disattese, lasciando un vuoto che la legge 40 determina e che le linee guida non chiariscono. Tale vuoto vanifica l'applicabilita' secondo il criterio della minore invasivita' delle tecniche mediche, e restringe la medesima tecnica di diagnosi preimpianto. Il testo delle linee guida risulta un atto incompleto. Il ministro Turco ha fatto sicuramente un buon lavoro, se confrontato al precedente testo, ma non basta. Saranno ancora una volta i giudici - conclude - a ripristinare legalita' anche in questo caso".    

'Siamo davanti ad un provvedimento gravissimo e scorretto da parte del ministro Turco, in quanto con le nuove linee guida si cancellerebbe il divieto imposto dalla legge sulla possibilita' di eseguire la diagnosi preimpianto dell'embrione'. E' questo il commento di Laura Bianconi, senatrice del Pdl. In nome di un 'presunto diritto alla salute e di quello di scegliere quale tipo di figlio mettere al mondo - continua - il ministro Turco ha deciso di concludere il suo mandato nel modo peggiore, avvalorando delle sentenze contrarie alla legge. Credo sia profondamente scorretto che un ministro decida di presentare, come ultimo atto, un decreto che di fatto stravolge un principio cardine di una legge voluta fortemente dagli italiani, che l'hanno approvata anche con un referendum'. Un'operazione di 'mera opportunita' politica ed ideologica - conclude Bianconi - che utilizza uno strumento giuridico non idoneo a modificare una legge, specialmente su parti cosi' delicate e controverse, che solo il Parlamento ha il diritto-dovere, eventualmente, di modificare'.    

Le nuove linee guida sulla legge 40 "sono gravemente lesive dello spirito della legge 40. E, probabilmente, anche della lettera della legge". Ne e' convinto Francesco D'Agostino, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica (Cnb).  Con le nuove linee guida "si introduce la categoria della sterilita' di fatto - spiega D'Agostino - per giustificare l'accesso alla fecondazione assistita alle coppie in cui l'uomo sia portatore di malattie sessualmente trasmissibili. Ma la 'sterilita' di fatto' e' inesistente sul piano scientifico e incredibilmente ambigua sul piano giuridico. Insomma, in questo modo si toglie alla fecondazione assistita il carattere propriamente terapeutico: quello che la legge esplicitamente si propone".  Preoccupante, secondo D'Agostino, anche "la cancellazione delle norme che limitavano la diagnosi pre impianto a metodiche osservazionali. Indirettamente si consentono, dunque, test genetici non osservazionali, che si fanno prelevando cellule dall'embrione, che violano il diritto alla salute del nascituro. Queste tecniche, infatti, sono pericolose per la salute dell'embrione". Inoltre, per l'ex presidente del Cnb, "si favorisce la selezione genetica degli embrioni. La diagnosi osservazionale, infatti, serve a valutare solo lo stato di salute dell'embrione. Non possiamo dire lo stesso dei test genetici che possono anche non avere finalita' mediche. Una donna, infatti, puo' rifiutare l'impianto di un embrione che, dopo i test genetici, ha caratteri che non le piacciono".    

"La decisione del ministro Turco di pubblicare le linee guida sulla fecondazione artificiale poche ore prima della fine del governo Prodi e' istituzionalmente scorretta in se', a prescindere dal contenuto del decreto ministeriale: il rispetto per il voto espresso dagli italiani avrebbe imposto di passare la mano al nuovo Esecutivo. La scorrettezza diventa sostanziale allorche' si introduce la diagnosi preimpianto, cioe' lo strumento tecnico per selezionare in base alle preferenze chi nascera'. L'esclusione della diagnosi preimpianto aveva costituito oggetto di dibattito al momento del referendum sulla legge 40; averla introdotta senza passare dal Parlamento non e' solo forzare la mano al nuovo Governo e alle nuove Camere. E' anche disprezzare la volonta' popolare. Fra i primi compiti del nuovo Esecutivo dovra' esserci anche quello di riparare quest'ultimo danno provocato dal ministro Turco". Lo dice il senatore del Pdl, Alfredo Mantovano.

"Le linee guida all'applicazione della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita firmate dal ministro della Salute Livia Turco, e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, introducono alcune novita' che di fatto stravolgono lo spirito e la lettera della stessa legge". È questo il parere di Adriano Pessina, direttore del Centro di ateneo di Bioetica dell'Universita' Cattolica.
In particolare, spiega Pessina, "l'estensione della possibilita' di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita anche alle coppie in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili (virus Hiv e di quelli delle Epatiti B e C), e l'introduzione della diagnosi preimpianto, contrastano con quell'intento terapeutico che la Legge 40 tentava faticosamente di conservare e introducono una chiara impronta eugenetica".

Un "trionfo della giustizia, e anche una mia vittoria personale, giunta purtroppo in forte ritardo". E' diviso tra soddisfazione e amarezza il ginecologo Severino Antinori, presidente dell'Associazione mondiale di medicina riproduttiva, nel commentare la pubblicazione delle linee guida alla legge 40. "Probabilmente il pronunciamento del Tar del Lazio ha convinto la ministra della Salute, Livia Turco, a non perdere altro tempo. Spesso infatti, quando si tratta di temi delicati, si ha paura di prendere decisioni - aggiunge lo specialista all'ADNKRONOS SALUTE - Certo, si tratta di una buona notizia, arrivata quasi in extremis".  "A questo punto - aggiunge il medico, 'papa' di oltre 10 mila bimbi in provetta - mi battero' contro il limite dell'impianto di 3 soli embrioni, altro grosso punto dolente del testo. Attendiamo, a tal proposito, il pronunciamento della Corte Costituzionale. Si tratta, infatti, di una legge incostituzionale, che non rispetta molti dei diritti fissati dalla nostra Costituzione. E soprattutto non tutela la salute della donna, che anzi viene messa in pericolo. Sono convinto che quando la questione arrivera' alla Corte Costituzionale, la legge sara' scardinata".    
Un testo che non e' mai piaciuto ad Antinori, antesignano della battaglia contro la legge 40, elaborata secondo lo specialista "sull'onda di estremismi parlamentari, e non nell'interesse di 4 milioni di coppie italiane che non riescono ad avere figli".
Antinori, infine, non risparmia un frecciata al deputato Udc, Luca Volonte', che ha sollecitato il nuovo Governo a ritirare le linee guida e a riformularle il prima possibile. "Spero che il nuovo Parlamento non interferisca - conclude - visto che ci sono meno 'talebani' rispetto a questi temi".

"Un colpo di mano del ministro della Salute Livia Turco" la pubblicazione delle linee guida alla legge 40, che, tra le altre cose, cancellano il divieto di diagnosi preimpianto. La bacchettata alla responsabile della sanita' italiana uscente arriva dal senatore Antonio Tomassini (Pdl), secondo cui Turco "dimostra di non aver imparato nulla dalla lezione elettorale subi'ta dal suo schieramento".  Il senatore forzista, riguardo alle nuove linee guida, critica sia i modi che i tempi. "Arrivano ai tempi supplementari - spiega all'ADNKRONOS SALUTE - e viene spontaneo chiedersi quali altre sorprese il ministro uscente ci riservera' da qui al prossimo 10 maggio". A mettere a punto le nuove linee guida, poi, "un gruppo di esperti che il ministro si e' nominata da se'. Mi pare - incalza richiamando un antico adagio - che Turco abbia voluto far entrare dalla finestra quel che non passava dalla porta. Ha infatti utilizzato uno strumento imperfetto per modificare la legge, scegliendo una strada impropria che appare come un vero e proprio gioco di prestigio".  Quanto alla possibilita' che sia la nuova legislatura a intervenire sulla legge 40, "non credo che questa sia una delle priorita'. Piuttosto ci preme provvedere a commissariare le Regioni con i conti sanitari in rosso - conclude con un'ultima stilettata - cosa che il ministro uscente non si e' mai data la briga di fare".    

"L'apertura nei confronti della diagnosi pre-impianto che si legge nelle nuove linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, in molti casi potra' evitare che i genitori siano costretti a ricorrere in seguito all'aborto". Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano non ha dubbi: "non si puo' che esprimere soddisfazione", spiega all'ADNKRONOS SALUTE, per le novita' introdotte dal ministro della Salute uscente, Livia Turco, nel provvedimento oggi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.  Fra i punti che aggiornano le vecchie linee guida, secondo il farmacologo, "fondamentale e' il via libera alla diagnosi pre-impianto. Un punto su cui c'era stata fino a oggi una grande resistenza e sul quale aveva espresso un parere positivo anche il Consiglio superiore di sanita'". L'aver deciso di eliminare le limitazioni sulla possibilita' di analisi, aggiunge Garattini, e' "un passo avanti - sottolinea - che garantisce la difesa del diritto alla vita e, soprattutto, del diritto dei genitori ad avere figli sani, per quanto e' possibile". Primo e piu' importante effetto di questa apertura sara', conclude, quello di "prevenire migliaia di aborti".    

 'L'emanazione del decreto con cui il Ministro della Salute uscente, Livia Turco, reinterpreta la lettera della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e ne modifica in modo sostanziale alcune norme attuative e' un fatto grave nella forma e nella sostanza'. Lo dichiara Roberto Colombo Direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Genetica Umana dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Membro del Comitato Nazionale di Bioetica. 'Nella forma - spiega - perche' non e' stato preceduto dai lavori di nessuna commissione veramente rappresentativa delle competenze scientifiche pertinenti e delle posizioni culturali ed etiche presenti nel nostro Paese; nella sostanza, perche' stravolge il principio dell'art. 1 della legge 40, che 'assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito', anche se affetto da anomalie genetiche, e quello dell'art. 4, che il ricorso alla fecondazione assistita deve essere 'comunque circoscritto ai casi di sterilita' o di infertilita'. Se - evidenzia Colombo - l'orientamento espresso da decreto del Ministro Turco dovesse confermarsi, si aprirebbe la strada ad una pericolosa e inaccettabile deriva eugenetica nella applicazione della legge 40. E' auspicabile un ripensamento in tempi rapidi da parte del nuovo Ministro della Salute'.   

Il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione sanità nella scorsa legislatura, accoglie con favore le nuove linee guida del ministro della Salute uscente Livia Turco, sottolineando: "La scienza prevale sui pregiudizi". "Le nuove linee guida sulla legge 40 correggono in maniera positiva alcune delle contraddizioni antiscientifiche contenute nella legge stessa", commenta così Marino, la pubblicazione di oggi sulla Gazzetta Ufficiale delle nuove linee guida sulla legge 40.  "Rispetto ai pregiudizi e allo scontro ideologico - continua Marino - che caratterizzano la discussione sulla fecondazione assistita, oggi prevale il rigore scientifico, come è giusto che sia in un ambito in cui la scienza fa progressi a vista d'occhio". Secondo il senatore va apprezzata in particolare "l'attenzione verso chi fino ad oggi ha subito discriminazioni ingiustificabili". Le nuove linee guida, infatti, - sottolinea l'esponente del Pd - estendono la possibilità di accedere alle tecniche di procreazione assistita anche a chi è infetto da virus come HIV o epatite B e C e che non può avere figli per non mettere a rischio la vita del partner.  "Non c'è nessun motivo né medico né etico per impedire a queste persone, che ormai hanno una qualità e un'aspettativa di vita normali, di avere figli quando questo è possibile proprio grazie alla fecondazione assistita", dichiara Marino. Riguardo invece alla diagnosi preimpianto, il senatore sottolinea "che si sia fatto tutto ciò che era possibile per migliorare un punto davvero incomprensibile della legge. Mi pare difficile da contrastare il desiderio di una coppia portatrice di una malattia genetica di mettere al mondo un figlio sano, d'altra parte capisco anche che sussistano delle perplessità rispetto alla selezione embrionale".  "Proprio per questo - invita il senatore - dovremmo aprire una riflessione serena sull'inizio della vita, così come in passato si è fatto sulla fine della vita. La questione non va limitata alla legge 40, sul tavolo ci sono temi delicatissimi che non possiamo più ignorare perché sono il progresso e la scienza stessa che ci incalzano".   In questo senso l'ex presidente della commissione sanità al Senato plaude a Livia Turco laddove invita ad incrementare gli studi e le ricerche sul congelamento degli oociti, ovvero le cellule allo stadio precedente la formazione dell'embrione, quando i patrimoni genetici del padre e della madre non sono ancora fusi e non vi è ancora un nuovo Dna. "Questa - conclude Marino - è a mio giudizio la strada che permetterà di superare ogni perplessità di tipo etico e che renderà la legge 40, e tutto il dibattito ad essa connesso, assolutamente superato dal progresso scientifico".    

Con le nuove linee guida alla legge 40 "non cambia nulla. Ancora una volta veniamo presi in giro". E' amaro il commento di due ginecologi, Alessandro Di Gregorio e Luca Gianaroli, che non considerano le nuove linee guida un passo in avanti per la fecondazione assistita e la salute dei pazienti. Di Gregorio, alla guida dell'equipe del centro Artes di Torino che opera nel campo della riproduzione assistita dal 1982, e Gianaroli, direttore scientifico della Sismer (Societa' Italiana Studi di Medicina della Riproduzione), sottolineano anzi il loro grande rammarico.  "Si tratta dell'ennesima ingerenza del cattolicesimo nella vita laica di questa nazione - spiega Di Gregorio - Queste linee guida, oltre a essere uscite con ritardo, mantengono il grave stato di disagio delle coppie italiane che, nella condizione difficile della fecondazione assistita, saranno costrette ad andare all'estero per poter esaudire il sogno di avere un figlio. L'introduzione della diagnosi pre-impianto non e' una novita', soprattutto dopo l'esito delle varie sentenze, su tutte quella del Tar del Lazio. La cosa piu' grave e' che non sia stata abolita la fertilizzazione di soli tre ovociti, regola che continua a essere onerosa per pazienti a bassa possibilita' di successo e portatori di malattie genetiche".  Dello stesso parere Gianaroli, che aggiunge: "Saremo nuovamente lo zimbello di tutto il mondo, perche' non siamo in grado di modificare le linee guida di una Legge che ha portato solo danni ai pazienti infertili. Questa mancata occasione fara' gioire Paesi come la Spagna e l'ex Jugoslavia, che ormai ospitano le pazienti italiane che vogliano procreare con fecondazione assistita".    

'Le nuove linee guida ampliano le categorie di persone che possono avere accesso alle tecniche di fecondazione assistita, eliminando le precedenti discriminazioni tra soggetti sani e soggetti affetti da particolari patologie, e potenziano il diritto del cittadino alla scelta. La possibilita' di diagnosi preimpianto permette infatti di esprimere un consenso davvero informato al trattamento'. E' questo il giudizio di Francesco Moccia, cordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. Ora e' necessario garantire, continua Moccia, 'su tutto il territorio nazionale lo stesso grado di accesso alle tecniche di fecondazione assistita, nonche' la loro qualita' e sicurezza, per impedire che anche in questo campo si accresca il fenomeno dei viaggi della speranza che tanto pesa sulle tasche dei cittadini e del Ssn. Ci auguriamo - conclude - che il prossimo Ministro della Salute migliori l'attuale assetto normativo sulla procreazione medicalmente assistita'.    

 Le nuove linee guida sulla procreazione medicalmente assistita 'rappresentano una buona notizia per i medici che lavorano negli ospedali pubblici, che potranno effettuare la diagnosi preimpianto e la fecondazione assistita, quando il futuro padre sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili'. E' quanto sostiene Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil medici. La nuove linee guida consentiranno al medico 'di poter rispondere con una maggiore etica scientifica alle richieste delle coppie - continua Cozza - anche se rimangono diversi vulnus, a partire dall'obbligo di fertilizzare tre ovociti'. Ora bisogna evitare 'un rigurgito oscurantista parlando di deriva eugenetica - conclude Cozza - tenendo ben presente che la legge 40 ancora limita il diritto alla fecondazione assistita in Italia, dal congelamento degli embrioni alla fecondazione eterologa, costringendo chi puo' permetterselo a rivolgersi in Europa, e ponendo il divieto alla ricerca con le cellule staminali embrionali'.    

'Ritengo vergognoso e indecente il 'colpo di mano' del ministro della Salute Livia Turco di pubblicare le nuove linee guida sulla fecondazione artificiale poche ore prima della fine del governo Prodi'. E' quanto afferma, in una nota, Giancarlo Cerrelli, consigliere nazionale dell'Unione giuristi cattolici italiani. 'Tale ultima scorrettezza conferma l'atteggiamento tenuto dal governo in scadenza - prosegue Cerrelli - a privilegiare la propensione e la volonta', anche subdola, come in questo caso, di attuare una politica non rispettosa della vita e della famiglia. La scorrettezza diventa sostanziale allorche' e' stata introdotta la diagnosi pre-impianto, cioe' lo strumento tecnico volto a selezionare il nascituro secondo i propri desideri'. Per Cerrelli 'l'esclusione della diagnosi pre-impianto aveva costituito oggetto di dibattito al momento del referendum sulla legge 40; averla introdotta senza passare dal Parlamento non e' solo forzare la mano al nuovo Governo e alle nuove Camere, ma e' anche non tenere conto della volonta' popolare. L'auspicio e' che il nuovo Esecutivo provveda a riparare questo grave vulnus che e' stato inserito artatamente nel nostro ordinamento giuridico'.(   

"Possiamo finalmente dare atto al ministro della Salute Livia Turco di aver fatto un passo avanti per favorire la scelta autonoma e responsabile della donna, pur nei margini strettissimi della legge 40. Ci auguriamo ora che il nuovo Governo non intervenga a peggiorare una situazione gia' difficile per le coppie che intendono accedere alla fecondazione assistita". Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni e deputato europeo radicale, commenta cosi' l'emanazione delle nuove linee guida alla legge sulla procreazione medicalmente assistita.  "L'eliminazione del divieto di analisi preimpianto che non sia limitata all'analisi osservazionale recepisce le sentenze della magistratura e fornisce un quadro di maggiori garanzie per i portatori di malattie geneticamente trasmissibili'.  'Sara' ora necessario operare anche in Parlamento - si augura Cappato - affinche' tale possibilita' sia aperta anche ai pazienti non sterili, e non soltanto chi e' infetto da Hiv o epatite, anche per non rendere necessario il 'male minore' di certificati compiacenti di indimostrabile sterilita'. Non vi sarebbe alcuna ragione, se non di tipo ideologico, per creare nuove e ulteriori proibizioni che avrebbero come unico effetto quello di aumentare le fughe all'estero, gli aborti o - conclude - la rinuncia alla maternita'".     

"Presenteremo una mozione che impegnera' il prossimo Governo a ritirare le linee guida della Turco e a ridiscutere questi delicati temi non ideologicamente, magari senza la supervisione di Maura Cossutta". Il deputato leghista Massimo Polledri, annuncia battaglia contro le nuove linee guida sulla legge 40, pubblicate oggi in Gazzetta Ufficiale.  "Emanare oggi le linee guida alla legge 40 - scrive Polledri in una nota - e' un atto profondamente scorretto del ministro della Salute uscente Livia Turco. Risulta che Rutelli abbia impedito di divulgarle finora per paura di perdere il ballottaggio a Roma, cosa peraltro avvenuta. Quello che salta agli occhi - incalza Polledri, definendo le nuove indicazioni "una polpetta avvelenata lanciata in campo avverso" - e' l'abolizione del divieto della diagnosi preimpianto effettuato utilizzando la sentenza di Cagliari, che garantisce di fatto la selezione prenatale anche se formalmente vietata dalla legge'.  'Questo significa che viene reintrodotta la selezione eugenetica: lo Stato acconsente che esista a prescindere una vita degna di essere vissuta e una indegna di essere vissuta. Questi concetti - secondo l'esponente leghista - sono propri della ideologia dei primi del '900, perche' nel momento in cui esiste un metro di misura in base al quale lo Stato stabilisce cosa e' vita e cosa no, finisce la democrazia e inizia il totalitarismo".    

La legge 40 diventa "piu' umana" grazie alle nuove linee guida pubblicate oggi in Gazzetta Ufficiale. Questo il parere della senatrice del Pd Vittoria Franco, che in una nota plaude all'operato del ministro uscente Livio Turco.  "Le nuove linee guida erano attese da tante coppie con il problema dell'inferitilita' e della sterilita', che hanno sofferto e soffrono le conseguenze di una legge ingiusta e punitiva - sottolinea Franco - Le linee guida non hanno certo la finalita' di cambiare la legge, ma cancellano quegli elementi ulteriormente restrittivi sulla diagnosi pre-impianto introdotti con le indicazioni precedenti. Il ministro Turco ha tenuto correttamente conto sia delle sentenze dei tribunali di Cagliari, Firenze nonche' del Tar del Lazio, sia delle indicazioni dell'Istituto superiore di sanita'. Sollevando pertanto alcune reazioni negative'.  'Cosa c'e' di immorale - domanda Franco - nel prevedere la possibilita' di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per le coppie in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili come l'Hiv e l'epatite B e C? Cosa c'e' di inaccettabile nella previsione di un sostegno psicologico alle coppie che alle tecniche devono fare ricorso? Sono misure che vogliono rendere meno disumana la legge 40. Personalmente - conclude la deputata Pd - ho gia' depositato due disegni di legge, uno per rivedere radicalmente la legge 40 e un secondo per consentire l'accesso alle tecniche di Pma alle coppie portatrici di malattie genetiche. E mi battero' perche' queste proposte siano esaminate al piu' presto".    

"Un serio passo in avanti". Cosi' Barbara Pollastrini, ministro uscente per i Diritti e le Pari Opportunita', definisce le nuove linee guida alla legge 40 sulla fecondazione assistita, pubblicate oggi nella Gazzetta Ufficiale.  "La ministra Livia Turco ha adempiuto, con rigore, alle sue funzioni ed esercitato le sue responsabilita'', prosegue Barbara Pollastrini che, comunque, ribadisce il suo punto di vista sulla necessita' di intervenire sulla legge: "rimango convinta - afferma - che il Parlamento dovrebbe avere uno scatto e migliorare una legge contraddittoria e malevola nei confronti di coppie che da anni lottano per avere bambini e che oggi sono condannate al turismo procreativo".    

'Dove sono finiti i laici del Pdl? Per ora sento solo il loro assordante silenzio. Le linee guida del ministero non sono nulla di rivoluzionario. Non modificano infatti una legge ingiusta, ma coreggono semplicemente alcune cattiverie non previste nemmeno dalla legge'. A dirlo e' Silvio Viale, ginecologo ed esponente radicale, dopo l'emanazione delle nuove linee guida sulla legge 40. Le dichiarazioni bipartisan contro le linee guida 'sono la naturale continuazione dell'ipocrisia strabica con cui si e' affrontata l'intera materia - continua Viale - Non a caso nessuno ha mai osato proporre di limitare la fecondazione assistita solo nel pubblico, cosi' come avviene per l'aborto'. Non stupisce cosi', conclude il ginecologo, 'che la cattiva coscienza cerchi di riscattarsi accanendosi contro quella piccola minoranza di coppie che ha bisogno della diagnosi pre-impianto. Stupisce invece il silenzio dei laici del Pdl, assordante e poco onorevole'.    

 "Gli allarmismi e le polemiche della destra sulle nuove linee guida alla Legge 40 emanate dal Ministro Livia Turco sono fuori luogo. L'aggiornamento periodico e' un atto dovuto e non c'e' nessun via libera ad indagini pre-impianto per finalita' eugenetiche, che la legge del resto non prevede". Lo afferma il ministro uscente delle Politiche per la Famiglia Rosy Bindi. "Il problema di cosa si possa e si debba intendere per selezione eugenetica resta naturalmente aperto sia ad orientamenti piu' consolidati della giurisprudenza sia agli ulteriori approfondimenti della comunita' scientifica - aggiunge -. Nelle nuove Linee guida, inoltre, si rafforza l'attenzione al sostegno di cui la coppia ha bisogno nel difficile e complesso percorso della fecondazione assistita".    

"La diagnosi preimpianto non e' mai eugenetica. Rifiutare l'impianto di un embrione malato si'. Ma, come per la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, nel caso in cui la donna rifiuti la gravidanza per un danno alla sua salute fisica o psichica si considera preminente il suo interesse". Cinzia Caporale, docente di bioetica all'universita' di Siena e componente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) spiega all'ADNKRONOS SALUTE i passaggi corretti della questione bioetica posta dalle nuove linee guida alla legge 40 da oggi in Gazzetta Ufficiale. Linee guida che rimuovono il divieto tout-court alla diagnosi preimpianto, su cui si erano appuntate numerose critiche. E altrettante sentenze dei tribunali.  "La conoscenza della diagnosi preimpianto - dice - non e' eugenetica. E dunque ben ha fatto il ministro a rimuovere gli ostacoli surrettiziamente introdotti nelle vecchie linee guida. Una volta pero' che la donna abbia avuto il referto - continua Caporale - ha due possibilita' di scelta. O attrezzarsi culturalmente e logisticamente ad accogliere il bambino, quale che sia la malattia che avra'. O rifiutare l'impianto. In questo caso e' eugenetica a meno che la donna non adduca un danno insopportabile, fisico o psichico, alla sua salute. In assoluta analogia con quanto avviene con la legge sull'aborto, di fronte a due interessi conflittuali viene riconosciuta preminenza a quello della donna. Dunque si puo' rifiutare l'impianto".  La bioeticista ricorda che la legge 40 del 2004 ha avuto una gestazione lunga, di un decennio, e dunque "non sarebbe stato difficile per il legislatore introdurre esplicitamente un divieto di diagnosi preimpianto. Se non e' stato fatto - rileva - e' perche' si sarebbe data forma a un ridicolo planetario. Ovvero al divieto della conoscenza in se'".    
 
 
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