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 ITALIA - ITALIA - Legalizzazione cannabis. Il NO del procuratore Gratteri
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28 settembre 2016 11:59
 
"Sono un magistrato che nel tempo libero va nelle comunità terapeutiche dove ci sono dei disperati che tentano di uscire dalla droga. Proprio ieri, mi imploravano, come se dipendesse da me, di non far passare la legge" sulla legalizzazione della cannabis "perché loro erano partiti con le canne". Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, al convegno "Cannabis - Non è mai leggera" a palazzo Madama. "Bisogna capire -ha aggiunto- che le mafie non si impoveriscono legalizzando l'hashish, perché le cosiddette droghe leggere sono solo il 5% delle droghe che vengono consumate. Su 100 tossicodipendenti solo 5 sono dipendenti dalle droghe leggere e solo il 25% di questo 5% sono maggiorenni. A meno che non pensiamo di vendere la droga a quelli che hanno meno di 18 anni. Il mancato guadagno -ha proseguito- è risibile, visto che al mercato nero un grammo di marjuana costa quattro euro e un grammo di cocaina 50 euro: per coerenza dovremmo liberalizzare la cocaina, visto che l'80% dei tossicodipendenti sono cocainomani". "Quanto all'argomento secondo il quale, a seguito della liberalizzazione, le forze dell'ordine potrebbero concentrarsi sul traffico delle droghe pesanti, per Gratteri è "sbagliato" perché "il venditore al dettaglio non vende solo marijuana, ma diversifica i suoi prodotti" così come "il negozio di generi alimentari non vende solo pasta ma anche pane, sugo, tonno: il venditore di droga che controlla la piazza vende di tutto. Quindi, non verrebbe meno l'indagine sull'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti".
 
"I proibizionisti riuniti oggi a convegno avrebbero dovuto spiegare le ragioni del completo e certificato fallimento della loro politica repressiva sulla cannabis negli ultimi quarant'anni. Si sono invece preoccupati di darsi un alibi, e le loro parole suonano come un'ammissione di sconfitta". Lo dichiara il senatore e sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, coordinatore dell'intergruppo parlamentare Cannabis legale. "Denunciano che le mafie del narcotraffico prosperano, che le sostanze in commercio non hanno nessun controllo, che l'Europa e' diventata una piattaforma di libera circolazione delle droghe proibite. Tutto vero".
"Nella sostanza - sottolinea Della Vedova - confermano che la vera droga 'libera' e' la droga proibita. Quanto al procuratore Gratteri - prosegue - non ci ha detto quali siano le fonti che lo portano a dire che il business della cannabis sia marginale per le narcomafie, mentre la letteratura scientifica e le relazioni ufficiali delle istituzioni pubbliche, dalla Direzione Nazionale Antidroga alla Direzione Nazionale dei servizi antidroga testimoniano il contrario. La legalizzazione arrivera' presto, prima di quanto loro pensano, per una questione di ragionevolezza. Gli unici a dolersene - conclude Della Vedova - saranno i criminali".

"Il giudice Gratteri dovrebbe chiedersi come mai, se le cose stanno come dice lui, la Direzione Nazionale Antimafia ha messo una pietra tombale sulle politiche proibizioniste". Lo afferma il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi sottolineando che al procuratore di Catanzaro ha risposto il procuratore nazionale Franco Roberti che "ha espresso parere positivo per tutte le proposte di legge che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati". "Proprio ora che il proibizionismo non riesce a nascondere i propri fallimenti - aggiunge Magi - le resistenze si fanno più forti e mettono in campo tutto il proprio armamentario. Ma la via è segnata: la sfida che ci attende è quella della legalizzazione e della decriminalizzazione dell'uso di tutte le sostanze. I cittadini italiani lo sanno e per questo a migliaia firmano la nostra legge popolare Legalizziamo! Il paese è pronto, tocca alle istituzioni assumersi le proprie responsabilità".
 
 
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