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 ITALIA - ITALIA - Italia. Eurispes: 74% degli italiani favorevoli alla legalizzazione dell'eutanasia
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18 gennaio 2007 0:00
 
Sono sette su dieci gli italiani favorevoli all'eutanasia. I contrari rappresentano invece il 23,5% del totale, l'8,5% non sa o non vuole esprimersi sull'argomento. Il dato, destinato a far discutere, emerge dal rapporto Italia 2007 dell'Eurispes, la cui anticipazione e' stata presentata questa mattina al Senato alla presenza del presidente della commissione Sanita', Ignazio Marino.
Rispetto allo scorso anno, rileva ancora l'indagine, la schiera dei favorevoli alla "dolce morte" e' aumentata in maniera esponenziale, facendo registrare un incremento di ben 26 punti percentuali. Circa 1 italiano su 4 inoltre, condivide l'ipotesi secondo cui negli ospedali pubblici, pur essendo illegale, venga comunque praticata l'eutanasia per i casi irrisolvibili.
Il 74,7% degli italiani, esprime poi parere favorevole nei confronti del recente disegno di legge sull'introduzione del testamento biologico, a fronte del 15% di coloro che si dichiarano in disaccordo.
Negli ultimi 20 anni, rileva ancora il rapporto Eurispes, la sensibilita' degli italiani rispetto al tema dell'eutanasia si e' completamente ribaltata: nel 1987 solo il 24,5% della popolazione era favorevole a questa pratica, contro il 68% di consensi rilevati nell'indagine del 2007.
Sono gli uomini a dichiararsi favorevoli all'eutanasia in percentuale maggiore (70,4% a fronte del 65,7% delle donne).
Dividendo il campione in base all'appartenenza politica, emerge come i piu' contrari siano gli elettori dei partiti dell'area di centro (41,2%) e di destra o centro-destra (31,3%). Tra quanti votano per la sinistra o centro-sinistra si ritrova invece la maggiore percentuale di favorevoli (78,1%). Rispetto all'area geografiaca di appartenenza i piu' favorevoli all'eutanasia sono i cittadini residenti al centro (74,6%) seguiti da quelli del nord (69,4%) e quindi del sud e delle isole (62,6%).
Per un italiano su 4 negli ospedali pubblici si pratica l'eutanasia clandestinamente, la medesima percentuale ritiene questa ipotesi assolutamente fuori discussione. Ben il 6% degli intervistati afferma di conoscere persone che hanno fatto ricorso all'eutanasia clandestina. La percentuale sale fino a raggiungere l'8,3% e l'8,1% rispettivamente nel centro e nel nord Italia.
Il paese si spacca a meta' quando viene chiesto agli intervistati di esprimere la loro opinione sull'introduzione, in Olanda, dell'eutanasia infantile: il 48,2% del campione condivide poco o per nulla questa pratica, mentre il 45,9% si dichiara abbastanza o molto favorevole.

COMMENTI
'E' molto importante il dato che emerge dal rapporto Eurispes, che il 75% degli italiani chiede che sul tema del testamento biologico intervenga il legislatore'. E' il commento del presidente della commissione Igiene e sanita' del Senato, Ignazio Marino (Ds), ai dati presentati oggi dall'Eurispes.
Marino ha ricordato che 'in Italia esiste un ritardo legislativo di almeno 30 anni. Negli Stati Uniti il problema e' stato sollevato nel 1976'. E ha anche detto di aver fatto lui stesso negli Usa un testamento biologico dal 1998, che ha pero' validita' solo in quel Paese. 'Il testamento biologico - ha aggiunto - ha il compito di colmare il divario nella pratica di tutti i giorni, cioe' quello del consenso informato. Chi non puo' piu', infatti, esprimere la propria opinione perche' in coma irreversibile o altro, deve avere una possibilita' di farlo attraverso il testamento'.
Quella sul testamento biologico, ha proseguito, 'non e' una legge per staccare la spina' e ha precisato che 'occorre spiegare la differenza tra sospensione di una terapia e un atto eutanasico: sono due cose diverse perche' e' diverso accettare che non c'e' piu' nulla da fare e un atto esterno che sopprime la vita'. Marino e' inoltre soddisfatto di quanto e' emerso dall'indagine Eurispes in merito al ruolo del fiduciario: 'mi fa piacere - ha rilevato - che alcune delle soluzioni presenti nel ddl sul testamento biologico che ho presentato insieme ad Anna Finocchiaro siano viste con favore dagli italiani'. Dal rapporto, ha proseguito, 'emerge che gli italiani vogliono una persona cara, non necessariamente un familiare, ma una persona che possa interpretare il loro pensiero. Hanno meno fiducia in un eventuale comitato etico o in un soggetto terzo a loro estraneo'.
Il senatore si e' detto invece 'sorpreso che il 6% degli intervistati abbia riferito di essere a conoscenza di atti di eutanasia clandestina. Personalmente posso far riferimento all'idea che si diminuisca in alcuni casi l'intensita' terapeutica. Magari in una situazione terminale, ad esempio se non si trova una vena posso immaginare che si prenda la decisione di rinunciare'.
Sul caso Englaro, infine, Marino ha detto: 'mi sento a disagio davanti ad una persona che da 15 anni aspetta una risposta. Non e' possibile mantenere in un limbo di dolore i familiari'.

"Chi ha assistito alla conferenza stampa di questa mattina si è reso conto che c'è stato un tentativo di condizionare l'opinione pubblica su un tema come l'eutanasia. Il rapporto Eurispes, così come è fatto, dovrebbe finire nel cestino della spazzatura". Non usa mezzi termini il senatore di An, Alfredo Mantovano, nel giudicare i dati Eurispes sull'eutanasia, diffusi oggi dal presidente Gian Maria Fara, in una conferenza stampa a Palazzo Madama, alla presenza del presidente della commissione Sanità del Senato, il diessino Ignazio Marino. Secondo i dati Eurispes, il 68% degli italiani sarebbe favorevole all'eutanasia. Mantovano ha duramente criticato questi dati, durante un'altra conferenza stampa, tenutasi sempre a Palazzo Madama, organizzata dalla fondazione Magna Carta e dal Movimento per la vita, alla quale hanno partecipato anche i senatori Laura Bianconi (Fi), Gaetano Quagliariello (Fi) e l'europarlamentare Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita. "Il presupposto della ricerca è infondato - ha continuato Mantovano - e si valuta il caso di Terri Schiavo, lasciata morire di fame e quello di Piergiorgio Welby, come casi di accanimento terapeutico. Il 68% è favorevole all'eutansia sulla base di una domanda che in realtà chiedeva alle persone se vogliono soffrire o meno, strano che non abbia risposto sì il 100% del campione". Il senatore di An attacca il collega Marino: "Se il presidente della commissione Sanità pretende di patrocinare queste falsità, per far passare la legge, si sbaglia di grosso, non si può far passare l'eutanasia per testamento biologico".

'E' dovere della societa' e del Parlamento che si appresta a porre mano a una riforma dell'intera materia, affermare il principio che la vita di un malato senza speranza e' ancora preziosa per tutti, in una prospettiva di testimonianza di vera e compiuta solidarieta' che una societa', realmente solidale, deve perseguire con tutte le sue forze'. Cosi' Patrizia Paoletti Tangheroni, di Forza Italia, commenta in una nota i dati emersi oggi in una conferenza stampa dell'Eurispes al Senato secondo cui gli italiani sono favorevoli sia all'eutanasia che al testamento biologico.
'Sono decisamente contraria - dice la parlamentare azzurra - all'affermazione di un diritto a morire, basato su una teorizzata assenza di significato della sofferenza umana. L'eutanasia spesso viene presentata come l'unica via di uscita possibile per porre fine a una sofferenza non piu' sopportabile. In realta', anticipandone la morte, si traduce nell'uccisione del malato'.
'Le questioni di fine vita, come vengono comunemente definite - conclude - sono molto complesse ed e', quindi, necessario affrontarle con una riflessione attenta, pacata, non condizionata da campagne mediatiche foriere di pericolose e fuorvianti ripercussioni emozionali sull' opinione pubblica'.

Dal sondaggio dell'Eurispes presentato oggi emerge che 'i cittadini sono piu' maturi dei politici e delle istituzioni', osserva in una nota il capogruppo dei Verdi in Commissione Affari sociali-Sanita' della Camera, Tommaso Pellegrino. 'E' ora - rileva - che si faccia finalmente la legge sul testamento biologico e sul consenso informato: un vero atto di civilta''.
Pellegrino aggiunge che 'gli italiani vogliono poter decidere della propria vita e avere la possibilita' di una morte dignitosa. Bisogna ringraziare la drammatica testimonianza di Piergiorgio Welby e i mezzi di informazione che hanno fortemente contribuito a far parlare di questi temi'.
Il parlamentare, che ha presentato una proposta di legge su questo tema, osserva inoltre che 'e' importante verificare se e perche' vi sono casi di eutanasia clandestina: bisogna tutelare la classe medica esposta a forti responsabilita'. Occorre depenalizzare conclude - conducendo un'analisi caso per caso, le situazioni piu' critiche che possono riguardare i medici'.

L'on. Domenico Di Virgilio, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari sociali della Camera e responsabile nazionale del dipartimento sanita' di FI, esprime cautela sui dati presentati dall'Eurispes in tema di eutanasia.
'Le cifre fornite dall'istituto di ricerca potrebbero essere falsate dal modo in cui sono state formulate le domande specifiche', rileva Di Virgilio in una nota. Il deputato forzista auspica una maggiore chiarezza 'onde evitare confusione e disinformazione su un tema delicato'.
Per Di Virgilio, inoltre, 'nonostante sia cresciuta la consapevolezza dei cittadini su questa materia, dietro il dichiararsi favorevoli all'eutanasia potrebbe celarsi il semplice desiderio di non soffrire: una situazione a cui il medico deve far fronte con una adeguata terapia antidolorifica e con un corretto uso degli oppiacei, altro e' porre deliberatamente fine alla vita di un uomo'. Il parlamentare auspica infine che 'il dibattito sempre piu' concitato sul testamento biologico non porti a risvolti negativi per i malati in stato terminale'.

In materie come il testamento biologico, l'eutanasia e l'accanimento terapeutico spesso dominano la 'confusione' e la 'disinformazione', e non si puo' 'giocare solo sui registri dell'emotivita' o con la sofferenza della gente'. Per Maria Luisa Di Pietro, docente all'Universita' Cattolica e presidente dell'Associazione 'Scienza e vita', i dati diffusi oggi dall'Eurispes - che ha anticipato alla stampa un capitolo del Rapporto 2007 sull'Italia - 'andrebbero verificati su campioni diversi, esposti a un'informazione piu' adeguata'. 'La maggioranza della gente - denuncia Di Pietro - non ha la consapevolezza che l'eutanasia e' l'uccisione di una vita umana, sia che essa venga effettuata dando o sottraendo qualcosa'.
No, dunque, al 'linguaggio semplificato dello staccare o attaccare la spina', si' invece a 'proporre alternative che diano alle persone mezzi e strutture per poter essere accompagnate anche nelle fasi finali della loro vita in modo confacente al rispetto della dignita' umana'. Altra distinzione fondamentale e' quella tra 'terapie' e 'cure': 'Se e' vero - spiega l'esperta - che esistono terapie che possono essere sospese se sproporzionate, e' anche vero che una societa' solidale e aperta alla fragilita' deve continuare a prendersi cura delle persone anche quando le terapie non risultano piu' efficaci'.
 
 
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