testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Fanalino di coda per uso contraccettivi
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
12 febbraio 2015 18:22
 
"Non informazione, inesatta informazione, impropria comunicazione": sono le principali barriere che si frappongono tra la donna e la contraccezione, in particolare quella ormonale. A dirlo e' Vincenzina Bruni, presidente onorario della Societa' Italiana della Contraccezione (SIC), che commenta cosi' l'allarme lanciato pochi giorni fa dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS). Il 20% delle donne infatti sottovaluterebbe enormemente il rischio di rimanere incinta e il 40% eviterebbe la contraccezione perche' troppo preoccupata dagli effetti collaterali."Uno studio - continua Vincenzina Bruni - rileva anche che il 22,4% della popolazione femminile coinvolta dall'analisi sul tema contraccezione incontra resistenze da parte del partner e che il 17,6% non si tutela da gravidanze indesiderate per motivazioni di ordine religioso. E' un "trend pericoloso" non solo perche' l'Italia rimane tra i fanalini di coda a livello europeo per tasso di utilizzo della contraccezione - il 16,2% vs il 21,4% della media europea -, ma anche perche' mette a rischio la salute e la vita della donna. In Europa la mortalita' per aborti procurati e per parto e' bassa, ma nel resto del mondo non e' affatto cosi'. E occorre trovare una soluzione".
"I benefici della pillola sono ancora in parte sconosciuti alle nostre connazionali - spiega la dottoressa Franca Fruzzetti, della Clinica Ostetrica e Ginecologica, Ospedale S. Chiara Universita' di Pisa -. E' infatti ancora diffuso il credo che la pillola possa provocare il cancro; al contrario, studi clinici di grande rilevanza hanno dimostrato come gli estro-progestinici siano efficaci nel prevenire il tumore all'ovaio, il tumore all'endometrio e il tumore del colon retto. Nel caso del carcinoma endometriale e di quello all'ovaio il rischio si riduce addirittura del 50% e l'effetto protettivo degli estro progestinici persiste per piu' di 20 anni dopo la sospensione e nel corso della post menopausa". "A conferma di cio' - prosegue la Bruni - uno studio inglese condotto su oltre 300mila donne seguite per 39 anni ha dimostrato che la pillola non solo riduce la morbilita' e mortalita' per tumori, ma anche la mortalita' in generale ". Infine, l'amenorrea provocata da alcuni contraccettivi orali, ha aggiunto Franca Fruzzetti "provoca un beneficio in termini di anemia da carenza di ferro e un minor ricorso a interventi chirurgici, con un conseguente maggior benessere quotidiano per le donne". "E' necessario che gli specialisti e i medici di Medicina generale ed i Pediatri - conclude Vincenzina Bruni - continuino a fare informazione ed educhino i propri pazienti su questo delicato tema. L'educazione a una maternita' consapevole non deve avere quale destinatario finale solamente la donna ma la coppia: solamente cosi' e' possibile dare il via a un'educazione sessuale completa e di piu' sicura efficacia".
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS