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 ITALIA - ITALIA - La droga dei nazisti. Libro
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12 gennaio 2017 11:35
 
C'era un amore tossico dietro la scenografica e feroce macchina da guerra della Wehrmacht: il Pervitin. Una pillola a base di metanfetamina brevettata nel 1937 da Theodor Temmler e distribuita regolarmente da medici militari compiacenti ai soldati. Insomma l'esercito di Adolf Hitler vinceva, non solo grazie alla mitologia della razza ariana e alla superiorità tecnica, ma alla chimica del corpo dei soldati giustamente sostenuta. A sostenere tutto questo è il libro, molto documentato e pieno di sorprese, a firma di Norman Ohler dal titolo: Tossici. Intanto l'uso di questa droga, si scopre in Tossici, era piuttosto comune, prima della guerra, anche da parte di casalinghe e professionisti. Così il passaggio dall'uso popolare a quello militare non fu affatto traumatico. Si legge nel libro poi dell'invasione lampo del nord della Francia da parte dell'esercito tedesco grazie alle 20.000 dosi fornite alla Panzer Division comandata dal generale conte Johann von Kielmansegg: "Venti minuti dopo, le cellule nervose cerebrali rilasciarono i neurotrasmettitori. Di colpo la dopamina e la noradrenalina - dice Ohler - intensificarono le percezioni e misero l'intero organismo in stato d'allerta. La notte si rischiarò: nessuno avrebbe più dormito, la strada venne illuminata e l'enorme drago della Wehrmacht cominciò ad avanzare verso il Belgio". L'idea iniziale dell'autore, però, non era affatto di scrivere un saggio storico, ma un romanzo. Poi grazie alle molte ricerche da lui fatte negli archivi tedeschi di Friburgo e Coblenza, ma anche negli Stati Uniti, gli hanno fatto cambiare idea. Tra i documenti studiati con cura dallo studioso, e conservati nella sede della Cia a Washington, gli interrogatori del medico personale di Hitler, Theodor Morell. Interrogatori che mostrano la dipendenza da farmaci del Fuhrer specie nell'ultima parte della vita da parte del cosiddetto "dottor siringa". Hans Mommsen, decano degli storici e consulente scientifico dell'opera, ha detto del libro in un'intervista : "La storia del nazionalsocialismo non deve essere riscritta, ma questo libro cambia sicuramente la sua prospettiva generale". 
 (di Francesco Gallo per agenzia Ansa).
 
 
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