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 ITALIA - ITALIA - Discussione legge droga in commissione Giustizia. Lite nella maggioranza
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16 aprile 2014 12:39
 
 Il testo Lorenzin su farmaci "off label" e droghe fa passi avanti in commissione alla Camera, tra le proteste del Movimento 5 Stelle - che accusa il governo di offrire "un regalo agli spacciatori di e cocaina ed eroina" - e qualche crepa nella maggioranza. Stamani quattro deputati - due dei Popolari per l'Italia, Gian Luigi Gigli e Paola Binetti, due del Nuovo centrodestra, Eugenia Roccella e Alessandro Pagano - hanno denunciato la "gravissima conduzione dei lavori delle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali durante il dibattito sugli emendamenti relativi al decreto legge Lorenzin". In segno di protesta, i quattro deputati hanno abbandonato momentaneamente i lavori sul dl (che per la parte relativa alle droghe punta a porre rimedio alla bocciatura della legge Fini-Giovanardi da parte della Consulta aggiornando la Iervolino-Vassalli). I segnali di nervosismo nella maggioranza non turbano pero' il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo. Interpellato dal VELINO, De Filippo osserva che quella dei quattro deputati e' stata "piu' una polemica con la gestione del dibattito da parte della presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti che una contrapposizione nel merito". Secondo il sottosegretario alla Salute, "sul merito delle proposte si puo' procedere positivamente. Certo, ci sono ancora molti emendamenti da approvare, ma l'emendamento sul piccolo spaccio e' stato approvato unitariamente dalla maggioranza perfino con l'astensione di Sel, che ha motivato la scelta spiegando di considerare in modo positivo solo una parte del testo". Per De Filippo "l'obiettivo e' finire l'esame degli emendamenti sugli stupefacenti domani e arrivare il 28 in aula".
Stamani Gigli, Binetti, Roccella e Pagano hanno accusato Ferranti di avere "fortemente limitato la discussione sull'emendamento Gigli-Binetti con il quale si assimilavano al tetraidrocannabinolo sintetico le piante di cannabis ad alta concentrazione della stessa sostanza, parimenti dannose per l'organismo. Ne deriva che il tetraidrocannabinolo se in pillole e' nocivo e vietato, se fumato diventa socialmente accettabile e lecito. Oltre che di un non senso scientifico, si tratta di un messaggio fortemente diseducativo e ideologicamente viziato dalla cultura dello spinello", e' stata la protesta dei quattro. "Attacchi e critiche pretestuose e strumentali", e' stata la replica di Ferranti. "Spiace - ha aggiunto l'esponente Pd - che per mero pregiudizio ideologico contro il provvedimento una certa area del centrodestra cerchi di mettere a rischio la conversione di un decreto voluto proprio dal ministro Lorenzin". Oggi non c'e' stata "nessuna strozzatura della discussione, d'accordo con il presidente della Affari sociali Pierpaolo Vargiu ho anzi consentito di intervenire a piu' riprese in fase di dichiarazione di voto, ne' e' mai stato chiesto un accantonamento dell'emendamento Gigli-Binetti, un emendamento sul quale gravava l'unanime parere contrario dei relatori e del governo, tra cui il viceministro Enrico Costa".
Intanto il Movimento 5 Stelle attacca duramente il governo per l'emendamento volto a punire la detenzione e il cosiddetto piccolo spaccio di strada con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e sanzioni fino a 10.329 euro. La pentastellata Giulia Sarti chiama in causa Palaxzo Chigi e su Twitter punta il dito contro "la proposta di Matteo Renzi di oggi: chi spaccia cannabis avra' le stesse pene dello spacciatore di cocaina/eroina". In un comunicato, i deputati della commissione Giustizia targati M5S lamentano che ''il governo pur di non differenziare i fatti di lieve entita' tra droghe pesanti e leggere come in linea con la legge Iervolino-Vassalli, propone con l'emendamento 1.700 di abbassare le pene per i fatti di lieve entita' senza fare alcuna distinzione tra cannabis ed eroina". E "chi ci guadagna per davvero sono gli spacciatori di droghe pesanti". La deputata pentastellata Giulia Di Vita riferisce su Twitter: "Emendamento per differenziare le pene per lo spaccio di cannabis e quello di cocaina ed eroina. Votano tutti contro". Poi rivela che "nel Pd perdono un po' le staffe: 'anche io volevo la distinzione tra droghe leggere e pesanti ma non ci sono le condizioni politiche!'".
 
 
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