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 ITALIA - ITALIA - Caso Englaro, dopo sconfitta Tar, Sacconi e Roccella: abbiamo vinto
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19 settembre 2009 9:38
 
Gaetano Quagliarello l'ha definita totalitaria, Raffaele Calabrò la definisce sospetta. La sentenza del Tar del Lazio che ha negato l'imposizione di alimentazione e idratazione artificiale non era piaciuta alle componenti clericali del Pdl. Ma il ministro Sacconi e l'editorialista dell'Avvenire ora sottosegretario Roccella percorrono una via diversa: abbiamo vinto, solo che i media non lo sanno!

"Sono contento che abbiamo vinto. Il provvedimento non e' stato cassato come era stato richiesto". Il ministro della Salute, Maurizio Sacconi, commenta cosi' il provvedimento del Tar del Lazio sull'imposizione all'alimentazione e all'idratazione artificiale. Da Cortina il ministro rimarca: "La sentenza ha rigettato la richiesta dei ricorrenti di bocciare l'atto di ricognizione della disciplina vigente che io avevo compiuto.
Quindi - ha aggiunto Sacconi - il mio atto ricognitivo rimane vivo. Non e' possibile sospendere l'alimentazione nell'ambito del servizio sanitario nazionale perche' non e' una terapia".
Sacconi sottolinea: "Il giudice amministrativo si e' dichiarato incompetente, anche se ha accompagnato il giudizio di incompetenza con il suo personale manifesto ideologico, che ovviamente non condivido dalla A alla Z". In merito alla legge sul testamento biologico in discussione alla Camera, Sacconi non ha escluso "aggiustamenti". "Pero' - ha concluso - deve essere conservato il diritto all'alimentazione e all'idratazione. Non dimentichiamo che al Senato i voti sono stati superiori a quelli della maggioranza parlamentare".

Sulla sentenza del Tar del Lazio relativa al ricorso contro l`atto d`indirizzo del Ministro Sacconi per assicurare a tutti i malati idratazione e alimentazione, "c`è stato da parte dei mezzi di comunicazione un clamoroso e totale fraintendimento. Una vittoria, il respingimento del ricorso, è stata trasformata da stampa e televisioni, tranne pochissime eccezioni, in una sconfitta". Lo afferma in una nota Eugenia Roccella, sottosegretario al ministero del Lavoro, spiega che "la sentenza parla chiaramente: il tribunale amministrativo ha dichiarato il ricorso inammissibile ammettendo di non avere la competenza per esprimersi sull`argomento".
"In altre parole, l`atto d`indirizzo del Ministro Sacconi è valido, e solo chi è titolare di diritti soggettivi potrà eventualmente andare di fronte al giudice ordinario, con esito assolutamente non scontato. Il fatto che - spiega Roccella - all`interno di una sentenza in cui il giudice si dichiara non competente a decidere, lo stesso giudice esprima le proprie opinioni su idratazione e alimentazione non ha alcun effetto giuridico, n‚ su altri tribunali n‚ sull`iter parlamentare del disegno di legge sul testamento biologico". "È insolito che un magistrato - conclude il sottosegretario - senta l`assoluta necessità di esprimere opinioni non attinenti alla materia amministrativa propria di quel tribunale, per di piú dopo aver egli stesso affermato di non essere legittimato a decidere; ma ormai al protagonismo politico di alcuni magistrati siamo abituati. Prendiamo comunque atto volentieri delle opinioni personali dell`estensore della sentenza su questa materia, che naturalmente valgono come quelle di qualunque altro cittadino. Si dice che le sentenze non si possono discutere. Personalmente credo che in democrazia tutto si possa e si debba laicamente discutere, ma ritengo che prima di tutto le sentenze vadano lette per poterle interpretare correttamente".

'Preoccupa la tempistica della sentenza del Tar del Lazio, emessa in contemporanea con la ripresa dell'iter legislativo della Legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento presso la commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, ma trovo ancor piu' inquietante come la decisione del giudice amministrativo sia stata stravolta e manipolata dagli organi di informazione'. Lo dice il senatore del Pdl Raffaele Calabro', relatore al Senato della legge sul testamento biologico.
'Come e' gia' accaduto ai tempi della vicenda Englaro - aggiunge il senatore del Pdl - si sta riproponendo con forza e in modo ancor piu' drammatico il conflitto di poteri tra magistratura e potere legislativo, uno scontro alimentato da un giudice del Tar che si concede in un atto giudiziario una serie di osservazioni personali, di cui nessuno sentiva la mancanza'.
'Spero e auspico - conclude Calabro' - che i media sentano il dovere di rimediare e che chiariscano che non c'e' alcun dubbio di legittimita' costituzionale sul ddl sul testamento biologico. Il mio auspicio va anche ai deputati del Pdl, affinche' leggano con attenzione la sentenza e il testo normativo licenziato dal Senato, solo cosi' il confronto sui temi sensibili potra' essere onesto, veritiero e costruttivo'.

'Dopo la sentenza del Tar del Lazio (l'unico organo che sembra rimasto a tutelare la liberta' in questo Paese) contro l'obbligo di alimentazione e idratazione artificiali, insistere per far approvare l'attuale versione del disegno di legge Calabro' cosi' com'e', appare un'inutile forzatura destinata solo a moltiplicare le contestazioni e il lavoro dei tribunali'. Lo dice il segretario del Partito socialista, Riccardo Nencini.
'Ci auguriamo - aggiunge Nencini - che anche nel Pdl venga allo scoperto chi si oppone, sul testamento biologico, alla pretesa di imporre per legge una visione religiosa e fondamentalista dei diritti della persona. Tra la situazione attuale e una pessima legge, meglio rinviare e lasciare che le scelte nei casi in cui il malato non sia piu' in grado di esprimersi - conclude il segretario del Partito socialista - vengano compiute assieme, da medici e famigliari, i soli oggi che possono testimoniare al meglio le volonta' del paziente'.

"Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...". All'indomani della sentenza del Tar del Lazio, e davanti alle posizioni del Pdl, la democratica Barbara Pollastrini torna a ribadire: "Il testo sul testamento biologico uscito dal Senato ha evidenti vizi di costituzionalità. Lo sostengono giuristi, studiosi ma lo puó capire chiunque legga la nostra Costituzione".
A giudizio della deputata del Pd, non c'è infatti alcun dubbio: "L'ultima parola, per quanto riguarda l'accettazione di cure e terapie, spetta alla persona. E ció, per ragioni di rispetto e umanità, vale ancora di piú quando quella persona lascia una dichiarazione nel caso si venisse a trovare in stato vegetativo e in condizione di non intendere e volere".
L'ex ministra per i diritti e le pari opportunità, che in commissione affari sociali ha di recente proposto l'adozione di un nuovo testo per poter arrivare a una legge condivisa sul fine vita, si rivolge alla maggioranza e rilancia la proposta: "Facciamo di nuovo appello affinchè il confronto, alla Camera, porti a una soluzione largamente condivisa. Ma questo obiettivo comporta la necessità di un nuovo inizio, perchè il ddl Calabró nega alla radice la responsabilità e la libertà individuali, ferendo quindi, di fatto, i principi costituzionali". "Leggo invece - conclude Pollastrini - che qualcuno vorrebbe addirittura procedere con una leggina che dovrebbe intervenire esclusivamente imponendo l'obbligo all'idratazione e nutrizione. Paradossale.
Ancora di piú, irricevibile".

"Il governo Berlusconi, durante le ultime settimane di vita di Eluana Englaro, voleva obbligare la famiglia a proseguire forzatamente idratazione e nutrizione artificiali alla povera Eluana, che versava in quelle condizioni da 17 anni. Il Quirinale disse che la norma era incostituzionale perche' varcava i limiti della liberta' della persona per scegliere a quali terapie essere o non essere sottoposta. Ripresentare quella norma, che era gia' stata considerata dal Presidente della Repubblica contro la Costituzione, in Parlamento, e magari porre la questione di fiducia, determinerebbe una ferita gravissima alla nostra democrazia parlamentare." Lo ha detto Ignazio Marino nel corso di un'intervista all'Agenzia Radiofonica Econews sull'ipotesi di leggina sulla nutrizione artificiale lanciata dal ministro Sacconi. Sul perche' il governo vorrebbe presentare questa leggina, Marino osserva: "Certamente il governo intende rispondere a una minoranza nel paese che vorrebbe legiferare sulle questioni che riguardano la liberta' di scelta sulle terapie mediche per ciascuno di noi.
Ma la maggioranza del paese ritiene che sulla scelta delle terapie non possa decidere lo Stato ma debba decidere la persona con i suoi familiari, in quel dialogo personalissimo e intimo che si ha con il medico o i medici curanti. Lo Stato non puo' entrare con un diktat sulle terapie che un medico deve poi eseguire obbligatoriamente sul paziente. Non e' questo il rapporto medico-paziente che immagino io o che ho coltivato io per tutta la mia vita."Gli effetti di questa norma, secondo Marino, sarebbero "disastrosi: si immagini un paziente che ha supplicato un medico di non proseguire con le terapie nel caso in cui entrasse in coma e non ci fosse piu' la possibilita' di un risveglio. Quel medico, che si e' impegnato sulla base della sua deontologia a non proseguire le terapie, viene obbligato dalla legge dello Stato a farlo, a tradire il rapporto fiduciario medico-paziente, e questo sicuramente porterebbe a un enorme numero di contenziosi in Tribunale. Una strada davvero disastrosa."
 
 
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