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 ITALIA - ITALIA - Bimbo denutrito e veganesimo. Consulta bioetica di Pisa
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Notizia 
4 luglio 2015 12:20
 
E’ degli scorsi giorni la notizia di un bambino della provincia di Pisa di soli 11 mesi gravemente malnutrito. Il personale sanitario dell’ospedale di Cisanello prima, e del Meyer poi, l’ha trovato in uno stato di grave denutrizione qualitativa e con un preoccupante quadro clinico di regressione neurologica. I genitori sono ora indagati per maltrattamento su minori. La causa delle gravi condizioni del bimbo sembrerebbe essere la dieta alimentare imposta dai genitori, entrambi vegani, al figlio. Più che per il regime alimentare in sé, le gravi ripercussioni sulla salute del bimbo sembra siano connesse a una scelta priva di criterio, compiuta senza le conoscenze e le consulenze adeguate per potergli garantire un’alimentazione equilibrata e completa.
Come sappiamo l’alimentazione vegana prevede la totale eliminazione di prodotti di origine animale dalla dieta. Accese e di vario tipo sono le discussioni in ambito scientifico in merito all’opportunità di far seguire un simile regime alimentare ai bambini nelle primissime fasi dell'età evolutiva. E’ proprio nei primi anni di vita, infatti, che un’alimentazione incompleta potrebbe compromettere, spesso in maniera irreversibile, il loro corretto sviluppo fisico e mentale.
Al di là delle differenti posizioni di principio sul veganesimo, emerge quindi la fondamentale importanza di assicurarsi che la dieta scelta per il proprio figlio consenta l’assunzione di tutti gli elementi necessari a garantirne crescita e salute. Più che essere un’occasione per demonizzare, in astratto, uno specifico regime alimentare, notizie di questo genere dovrebbero spingerci a riflettere con maggiore attenzione sull’enorme carico di responsabilità connesso alle scelte che i genitori compiono per conto dei figli e sulla necessità che tali scelte siano il più possibile consapevoli e informate. Un adeguato regime alimentare è fondamentale per il benessere di un individuo per motivi che vanno ben oltre le semplici questioni di gusto, le convinzioni religiose o le "identità culturali".
In giorni in cui, in concomitanza col Family Day, molte persone si sono affannate a sostenere la superiorità di uno specifico modello familiare e a ribadire la necessità di genitori di sesso diverso  per garantire un sano sviluppo del minore, cogliamo l’occasione per sottolineare che ciò che più conta per la salute di un figlio non è la forma che assume la famiglia, quasi ne esistesse una che garantisce di per sé armonia e benessere; conta piuttosto avere genitori responsabili, informati e consapevoli di compiere delle scelte per conto di un'altra persona che, di quelle scelte, subirà nel bene e nel male le conseguenze sul proprio corpo e sulla propria mente.

Dott.ssa Daniela Casula
Consulta di Bioetica, sezione di Pisa
 
 
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