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Lettera 
23 febbraio 2017 0:00
 
Buonasera,
alla luce dell'impegno della vostra Associazione nell'argomento specifico mi rivolgo a Voi per conto di due cari amici, che si sono trovati in una situazione incresciosa. Essendo la madre, deceduta nel 2014, affetta da Alzheimer, i signori si sono visti costretti a ricoverarla presso la RSA Castelletto, gestita allora dall'ASP Emanuele Brignole, firmando un'impegnativa di pagamento in quanto la madre non era in grado di sottoscrivere alcun atto. A causa di problemi economici dovuti ad accadimenti e a maggiori spese per l'assistenza alla madre, il pagamento della retta non è stato continuo e si sono trovati ad accumulare un debito di circa 13.000 Euro. Contattati dal legale dell'Azienda hanno pianificato un piano di rientro che prevedeva una rata mensile pari a Euro 300 che hanno iniziato a pagare. A causa delle vicissitudini e della malagestione che ha afflitto l'Azienda nel 2013 si sono visti respingere il pagamento della rata in quanto il conto corrente su cui effettuavano il bonifico era stato estinto, hanno prontamente contattato il legale dell'Azienda per conoscere le nuove coordinate ma questi non è stato in grado di fornirgliele in quanto, probabilmente, gli era stato revocato il mandato, di conseguenza si sono visti costretti, loro malgrado a sospendere i pagamenti. In data 14 febbraio 2017, a distanza di quattro anni dagli accadimenti, sono stati contattati a mezzo raccomandata dall'Avv., che scrive per conto del Commissario straordinario, che intima l'estinzione della restante situazione debitoria, pari a circa Euro 10.900, entro il termine di 15 giorni.
In data odierna il Signor x ha provveduto a contattare il legale scrivente certo di riuscire ad addivenire ad un accordo per il pagamento rateale del debito sulla falsariga della precedente scrittura.
L'Avvocato ha pero comunicato al Signor x che l'Azienda non può accettare che un pagamento rateale frazionato in versamenti per un ammontare mensile intorno ai mille Euro, tenuto conto che il Signor x è un dipendente pubblico e che la Signora x è disoccupata è stato fatto presente che tale importo era insostenibile dai due eredi. Il legale, alla luce delle rimostranze del Signor x, si è limitato a consigliare, in alternati all'insostenibile rateizzo, il ricorso ad una finanziaria minacciando in caso contrario di emettere decreto ingiuntivo. Fatta questa dovuta premessa mi rivolgo a Voi, alla luce della sentenza della Cassazione del 2012 e di quelle successive, confidando, visto il vostro impegno, nell'assistenza per risolvere questa incresciosa situazione. Ringraziando per l'attenzione prestata porgo cordiali saluti.
Mario, da Genova (GE)

Risposta:
se i signori hanno sottoscritto una scrittura privata per la rateizzazione del debito di fatto l'hanno riconosciuto, quindi è difficile ora "tirarsi indietro". Quanto alla sentenza della Cassazione, non si riferisce a qualsiasi caso di Alzheimer ma a situazioni in cui la componente sanitaria è decisamente alta in relazione alle prestazioni erogate e, nel caso di cui ci scrive, essendo ormai deceduto l'utente è estremamente difficile ottenere una sentenza ora per allora. Se anche impugnassero l'impegnativa di pagamento inoltre, e il giudice desse loro ragione, sarebbero comunque tenuti al pagamento in quanto eredi, quindi nella sostanza cambierebbe poco. Questo ovviamente il nostro sommario consiglio, sarebbe comunque preferibile rivolgersi ad un legale di vostra fiducia per uno studio approfondito della questione. In ogni caso, potreste valutare di scrivere al legale che la scrittura privata all'epoca firmata con la Asl non è stata adempiuta per loro colpa, non avendo la asl comunicato i nuovi dati per il pagamento.
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Ha risposto Emmanuela Bertucci: http://sosonline.aduc.it/info/bertucci.php
 
 
 
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