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Englaro. Diritto alla sospensione delle cure definitivamente conquistato. Ora si legalizzi l'eutanasia attiva
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
9 luglio 2008 0:00
 
Dopo un lunghissimo calvario giudiziario, oggi il padre di Eluana Englaro, la donna che dal 1992 vive in coma permanente dopo un incidente stradale, e' stato autorizzato dai giudici della Corte d'Appello civile di Milano a interrompere il trattamento di alimentazione e idratazione forzato che tiene in vita la figlia. La decisione giunge dopo che la Corte suprema aveva annullato una precedente sentenza della stessa Corte d'Appello perche' non aveva tenuto conto della volonta' espressa in vita dalla Englaro prima dell'incidente.
Grazie alla determinazione di Beppino Englaro, ma anche di Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli, possiamo finalmente dire che il diritto alla libera scelta dei trattamenti sanitari, tra cui l'eutanasia passiva (la sospensione dei trattamenti vitali), e' definitivamente conquistato.
Ci auguriamo che questo stimoli il legislatore a produrre una buona legge sul testamento biologico. Ma anche se il Parlamento dovesse continuare a latitare, come altamente probabile, oggi i cittadini possono gia' redigere il loro testamento biologico e pretenderne il rispetto.
Ora la battaglia per la liberta' di scelta nel fine vita diventa quella dell'eutanasia attiva volontaria, gia' legale in tre Paesi europei (Belgio, Lussemburgo e Olanda). Se e' assurdo imporre anni ed anni di coma permanente contro la volonta' del paziente, e' altrettanto assurdo che l'alternativa sia solo quella di una morte per disidratazione o per soffocamento a seguito della sospensione dei trattamenti vitali. Rendere quel trapasso piu' rapido, immediato, e' una opzione logica e doverosa da offrire.

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