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Svizzera. Canton Zurigo. Firmato l'accordo sull'assistenza al suicidio
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Articolo di Rosa a Marca
12 luglio 2009 0:00
 
L'organizzazione d'assistenza al suicidio Exit e la giustizia zurighese hanno raggiunto un accordo che regola la pratica dell'accompagnamento alla morte. Per il Governo cantonale si tratta di un passo intermedio verso la normativa nazionale.
Come annunciato dal procuratore generale del Cantone, Andreas Brunner, l'intesa nasce dal fatto che nel Canton Zurigo ogni anno circa 200 persone scelgono di morire, e un terzo lo fa attraverso Exit. Di qui la necessita', sostiene, di regole chiare e trasparenti. L'intesa e' stata approvata dal direttore della Giustizia Markus Notter, ma non dal presidente della Sanita', Thomas Heiniger, contrario a simili regolamentazioni. Il documento di undici pagine stabilisce quali sostanze utilizzare e fissa i termini economici. Nella parte generale vengono ripresi i criteri adottati da Exit anche in altri Cantoni. Cosi', il termine malattia ha un'accezione molto ampia, per cui l'aiuto viene accordato non solo a chi chiede il suicidio perche' soffre di una malattia grave e dolorosa, ma anche in caso di grave invalidita'. L'altro criterio e' che non sussistano dubbi sulla capacita' di giudizio di chi aspira a morire: medici e assistenti al suicidio devono acquisire la conferma del suo desiderio con colloqui approfonditi e ripetuti a distanza di settimane; cio' che emerge dai colloqui dev'essere poi messo per iscritto. Se il desiderio di morire e' espressione o sintomo di una malattia psichica, non viene concesso l'aiuto al suicidio, sebbene nel documento si riconosca che anche i malati psichici possono avere capacita' di giudizio rispetto a questa scelta. Solo che in questi casi serve massima cautela e un'esauriente perizia psichiatrica, come pretende il tribunale federale. Per persone con una diagnosi di demenza occorre che due medici verifichino il desiderio di suicidio, e anche qui serve una perizia medica da allegare agli atti. Resta fermo il principio che l'aspirante suicida sia al riparo da pressioni esterne, e quindi esprima il suo desiderio indipendentemente da famigliari, isolamento sociale o difficolta' economiche.
Il rimborso spese per l' accompagnamento al suicidio non deve superare i 500 franchi (350 euro) e un assistente non puo' esercitare questo compito piu' di 12 volte all'anno. Andreas Brunner sostiene che la procura ha inviato copia del documento a Ludwig A.Minelli, presidente dell'altra organizzazione, Dignitas, con l'invito a riprendere i colloqui interrotti quasi due anni fa. Minelli non s'e' espresso sul punto.
 
 
 
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