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Testamento biologico. Meglio nessuna legge di una cattiva legge. Rifiutare la nutrizione artificiale e' un diritto costituzionale
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
29 settembre 2008 0:00
 
Se dal Senato uscisse una legge sul testamento biologico che esclude la nutrizione artificiale dai trattamenti rifiutabili dal paziente, sara' molto meglio non avere alcuna legge.
Oggi, anche senza legge, abbiamo l'articolo 32 della Costituzione che protegge chiaramente il diritto al consenso informato e a rifiutare le cure: "Nessuno puo' essere obbligato a un determinato trattamento sanitario". Una legge sul testamento biologico dovrebbe solo agevolare l'esercizio di un diritto gia' garantito e protetto dalla Carta fondamentale.
I mezzi impiegati per la nutrizione artificiale sono molto piu' invasivi di molte altri trattamenti sanitari. Per la sua somministrazione, e' richiesto l'intervento di medici specializzati, case farmaceutiche e spesso anche di operazioni chirurgiche. Come si fa a sostenere che nutrire un paziente attraverso una cannula naso-gastrica o una Peg (ovvero, un tubo inserito chirurgicamente nello stomaco attraverso la superficie addominale) non sia un trattamento sanitario?
Inoltre, se fosse escluso il diritto a rifiutare l'alimentazione nel testamento biologico, si verrebbe a creare una grave discriminazione nei confronti dei pazienti insenzienti. Come giustificare infatti che i pazienti ancora coscienti continueranno ad avere il diritto di rifiutare la nutrizione artificiale, e gli altri no? Ci troveremmo di fronte anche alla violazione dell'articolo 3 della Costituzione, che garantisce pari dignita' a tutti gli individui, indipendentemente dal loro stato di salute.
Se dal Parlamento uscisse una legge che preveda l'eccezione per la nutrizione artificiale, non esiteremo a sollevarne l'incostituzionalita'.
 
 
 
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