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Libera circolazione dei pazienti nell'Ue
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Comunicato 
10 febbraio 2002 15:37
 
Il cosiddetto Consiglio dei ministri della Sanita' della Ue, si e' riunito a Malaga (Spagna) per un confronto sulla libera circolazione dei pazienti nell'ambito della Comunita'. Nessun accordo e' stato raggiunto sul fatto che un paziente possa decidere di farsi curare gratuitamente nell'ospedale di un altro Stato della Comunita', venendo a creare una "Europa della Salute". L'impatto non sarebbe particolarmente esoso (non dovrebbe superare lo 0,5% della spesa sanitaria), ma sicuramente ci sarebbero ripercussioni notevoli nell'ambito turistico e nelle zone di frontiera. Nei progetti dei ministri ci sono dei centri di riferimento europei, specializzati in base alle patologie.
I presupposti ci sarebbero -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' si tratterebbe di dare seguito ad una sentenza del tribunale Europeo di Giustizia che ha riconosciuto il diritto dei cittadini a riceve assistenza sanitaria in uno Stato comunitario diverso dal proprio senza una preventiva autorizzazione. Ed e' di questi giorni, per esempio, la decisione della Sanita' britannica -per ovviare ai tempi di attesa troppo lunghi nel loro Paese- di ricoverare pazienti in altri Paesi comunitari, sempre a spese pubbliche, e gia' ci sono i primi pazienti in Germania e Grecia.
Gli aspetti positivi di una simile possibilita' diventano giganteschi se pensiamo alle molte cure che sono possibili in un Paese ma non in un altro. Si pensi alle restrizioni per abortire che ci sono in un Paese comunitario rispetto ad un altro, e che spesso sono motivo di scelta dell'aborto clandestino.
In prospettiva, c'e' soprattutto l'ampio settore della clonazione terapeutica. In Gran Bretagna e' autorizzata e sponsorizzata dal Governo, mentre in Italia e' vietata, e le prospettive (almeno stando a cio' che ci ripete il ministro della Salute Girolamo Sirchia), non sembrano rosee. Quando da una fase sperimentale si sara' passati a situazioni piu' ferme, con la produzione di cellule specifiche (derivanti dalle staminali embrionali), sara' possibile curare malattie come la leucemia, l'infarto, i morbi di Alzheimer e Parkinson, il diabete, la sclerosi, l'osteoporosi e i traumi di ossa e tendini. Va da se' che i pazienti italiani, specialmente se si arrivera' all'"Europa della Salute", potranno curarsi in Gran Bretagna, senza aspettare la rimozione dei macigni ideologici della medicina e della politica italiana. E non solo la Gran Bretagna, ma anche la Svezia ha dato il via a queste ricerche.
Una situazione che auspichiamo sia presto definita, in modo che l'Europa, oltre a quella dell'euro, potra' essere anche quella della speranza di guarire da malattie da cui SI PUO' GUARIRE, ma le cui cure sono bloccate dall'oscurantismo delle ideologie.
 
 
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