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La Gb sostiene la speranza di milioni di persone. Il Parlamento italiano latita
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Comunicato 
28 febbraio 2002 15:05
 
Il Parlamento britannico ha dato il nullaosta definitivo alla ricerca scientifica sulla clonazione di embrioni umani a scopo terapeutico. Una decisione che applicata alle cellule staminali, non solo proietta la Gran Bretagna all'avanguardia della bio-ingegneria a livello mondiale, ma da' per l'ennesima volta all'Europa una lezione di grande civilta'. Ci auguriamo vivamente che il Parlamento italiano la recepisca -dice Grazia Galli, biologa e curatrice del periodico dell'Aduc, "Cellule Staminali" sulle politiche per la clonazione terapeutica- e ponga fine ad un silenzio che non esitiamo a definire pilatesco.
Sono passati piu di due anni infatti, dalla consegna del Rapporto della Commissione Dulbecco, istituita dall'allora ministro della Sanita' Umberto Veronesi, per fornire al legislatore un autorevole consulenza in merito alla ricerca sulle cellule staminali embrionali ed adulte. Il documento parlava chiaro, consigliando di proseguire anche in Italia la ricerca sugli embrioni, utilizzando quelli prodotti in sovrannumero per gli interventi di fecondazione assistita e destinati alla distruzione. Due anni che hanno visto autorevoli esperti di tutto il mondo, come lo scorso mese l'Accademia Nazionale delle Scienze degli Usa, documentare la necessita' di proseguire in parallelo la ricerca sia sulle cellule staminali adulte che su quelle embrionali. Due anni nei quali la scienza ha proseguito il suo cammino rafforzando le speranze suscitate che sono pero' sempre piu' fuori dal nostro Paese. Due anni nei quali i parlamentari italiani, che in campagna elettorale avevano evitato di pronunciarsi sulla questione definendola "un problema di coscienza", hanno continuato ad assordarci con il loro silenzio, lasciando il dibattito nelle mani delle gerarchie ecclesiastiche e di chi, al Governo, ne fa tesoro. Come il ministro della Salute Girolamo Sirchia, che, nonostante il suo duplice ruolo di ministro e di medico, non perde occasione per cercare di far valere le sue convinzioni morali per l'"autorevole parere della Scienza".
Quanto ancora dovranno aspettare i malati italiani? Temiamo ancora molto, troppo per molti di loro e le loro famiglie. Nel frattempo li consigliamo di mettere da parte i soldi per recarsi in Paesi piu' lungimiranti del nostro (come, per l'appunto la Gran Bretagna), che considerano la salute non come qualcosa da asservire ad una ideologia, ma un diritto individuale al passo con le piu' avanzate scoperte scientifiche.
 
 
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