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 ITALIA - ITALIA - Fecondazione assistita e cellule staminali
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Comunicato 
27 marzo 2002 9:34
 
SI PROSPETTA UNA SOLUZIONE IDEOLOGICA "ALL'ITALIANA", CON LA CHIUSURA DELLA RICERCA SULLE STAMINALI

Firenze, 26 Marzo 2002. Domani l'Assemblea di Montecitorio cominciera' la discussione sul testo di legge in materia di procreazione assistita, cosi' come e' stato licenziato dalla Commissione Affari Sociali della Camera. Un appuntamento molto atteso, perche' i lavori della Commissione sono durati due anni. In cui, per esempio, c'e' stata la decisione del Parlamento britannico di procedere alla ricerca scientifica sulla clonazione di embrioni umani a scopo terapeutico (una decisione che applicata alle cellule staminali significa dare speranze a tanti malati oggi condannati solo alla morte). Ma questo non ha significato nulla per i nostri legislatori, perche' la loro attenzione e' stata essenzialmente per capire fino a che punto lo Stato potesse interferire col il diritto alla liberta' di cura di ognuno.
La proposta di legge parte proprio male -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' all'articolo 1 sostiene di voler assicurare "i diritti di tutti i soggetti coinvolti, in particolare il concepito", che e' messo li', all'inizio della legge, come monito per la vantata superiorita' di una impostazione ideologica che non si puo' esplicitare, ma che e' bene che sia ricordata da chiunque, col risultato di affermare la grande contraddizione e incongruenza di questa legge: come lo Stato possa assicurare un diritto ad un soggetto giuridicamente inesistente, ci sembra piu' che altro materia di diritto ecclesiastico, ma non civile, penale e amministrativo.
All'articolo 4 si sanziona il divieto per la fecondazione eterologa, mentre all'articolo 5 si concede l'intervento solo a coppie, e di sesso diverso. Due articoli che condannano le coppie che non hanno risorse "interne" e i singoli a non procreare. Cioe', la contraddizione giuridica dell'articolo 1 (il diritto del concepito), trova applicazione nel momento in cui viene prefigurato il modello di famiglia in cui dovra' crescere il bimbo che nascera' da questa fecondazione: si stabilisce che, nel momento in cui una donna e' fecondata, non risponde piu' a se stessa di cio' che ha in grembo, ma allo Stato. Se pensiamo che in Italia c'e' una legge sull'aborto che consente l'interruzione della gravidanza entro i tre mesi dal concepimento -pur con tutti i certificati e le difficolta' che occorrono per accedervi- e' evidente che la nostra legge leva da una parte cio' che la legge sull'aborto concedeva, cioe' la decisione di disporre di cio' che si porta in grembo.
Infine all'art.13 si stabilisce il divieto di sperimentazione su qualsiasi embrione umano, se non per la sua specifica tutela. Una pietra tombale sulle ricerche che applicate alle cellule staminali consentirebbero la clonazione terapeutica. Fra le righe di una legge che si chiama "procreazione medicalmente assistita" si liquida con un articolo di divieto cio' che sta facendo discutere tutto il mondo scientifico, medico, sanitario e politico.
Una legge che non solo non rispondera' alle esigenze di chi potrebbe farne uso, ma che pone il nostro Paese in posizione di stallo, e che non potra' non favorire l'emigrazione verso quei Paesi -tra l'altro facilmente accessibili perche' nostri partner nella Ue, come la Gran Bretagna- dove alla scienza ideologica si e' preferita la speranza per ognuno.
 
 
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