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Le etichette alimentari di Israele e l'Ue. Poveri consumatori…
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Comunicato di Vincenzo Donvito
12 novembre 2015 13:43
 
 La decisione della Commissione europea e' esplicita: l'Ue non riconosce i territori occupati da Israele nel 1967, per cui le merci che provengono da li' e che arrivano sui mercati comunitari, non devono riportare sulle etichette “made in Israel”, ma una specifica indicazione che l'origine sono i territori occupati (1), qualcosa tipo “prodotto del Golan, insediamento israeliano”. Stiamo parlando dell'1% dei prodotti esportati da Israele, nonche' di produzioni che quasi sempre sono componenti e non prodotti (tipico e' il caso del vino).
La decisione comunitaria era nell'aria da tempo, e anche l'ltalia premeva perche' fosse adottata. Il governo israeliano ha reagito in modo duro: boicottaggio politico.
Noi consumatori, cioe' quelli che mangiano pompelmi, avocado, kiwi, noccioline e altri prodotti che vengono da quelle parti, siamo abituati a stimarli perche' hanno un buon rapporto qualita'/prezzo. E restiamo perplessi di fronte a simili decisioni. Comprendiamo la logica politica che ha ispirato il legislatore europeo, ma siamo perplessi sulla decisione in se' e dove si potrebbe andare a finire. Esempi ce ne sono a iosa, soprattutto legati a sistemi di produzione e diritti dei lavoratori che non sono conformi a quelli dell'Ue, di Paesi i cui prodotti sono sui nostri mercati: a parte i vari cinesi, per restare in ambito alimentare, chissa' com'e' la situazione per uva e fagiolini egiziani che sono molto presenti della grande distribuzione… e poi, il prodotto dei prodotti per eccellenza, la benzina che arriva da Paesi della penisola arabica (di recente anche omaggiati dal nostro governo con visita ufficiale) il cui fiore all'occhiello e' la distruzione della liberta' e dei diritti umani di cui l'Ue e' alfiere….. e non ci sembra che ai distributori di benzina ci siano etichette esplicite sulle politiche di questi Paesi….
Quindi, la Commissione europea usa un peso e due misure? Scevri da ideologie e partigianerie, ci sembra proprio di si'. Se poi dovessimo scegliere tra il petrolio dell'Arabia Saudita e i pompelmi israeliani, non ce ne voglia nessuna tifoseria, ma e' evidente che scegliamo i pompelmi.
Per concludere. Della serie: era proprio necessario questo provvedimento? Ecco una cosa che non ci piace dell'Ue… per fortuna ce ne sono tante altre -la maggior parte- che ci piacciono.

(1) Qui la notizia nei particolari 
 
 
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