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Energie fossili e rinnovabili. Abolire i sussidi e diminuire le tasse. Un classico conflitto di interessi
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Comunicato di Primo Mastrantoni
10 gennaio 2017 11:42
 
 Un programma che punti sull'efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili non puo' che essere condiviso, considerato l'impatto che le fonti fossili (carbone e petrolio) hanno sull'ambiente e sulla nostra salute. 
La presenza dello Stato attraverso le istituzioni pubbliche (Universita', CNR, ecc.) di ricerca e' auspicabile, anche in collaborazione con istituti privati, dopodiche' le imprese dovrebbero camminare sulle proprie gambe senza i sussidi, diretti o indiretti, delle finanze pubbliche.
I sussidi pubblici, soldi del contribuente, ammontano a 15 miliardi per le fonti fossili e 13 miliardi per le rinnovabili. In totale 28 miliardi che escono dalle tasche del cittadino contribuente ai quali si aggiungono quelli del cittadino utente quando paga il consumo elettrico con la bolletta. I 28 miliardi di sussidi potrebbero essere utilizzati per diminuire le tasse o il debito pubblico, con beneficio per il cittadini e le casse dello Stato, che poi siamo noi, ma l'attuale, e i precedenti governi, non sono orientati in questo senso, sicche' siamo oberati di tasse e di debito pubblico.
Leggiamo sul blog di Beppe Grillo, che il Movimento5stelle ha predisposto un programma che si riassume nella domanda "Sei d'accordo con lo spostamento degli incentivi statali dalle fonti fossili alla efficienza energetica e alle fonti rinnovabili?"(1).
La proposta e' illustrato da Paolo Rocco Visentini, presidente di Italia Solare. Visto lo scetticismo che ci pervade, siamo andati a vedere chi e' il signor Visentini e abbiamo scoperto che e' anche presidente della societa' Enerpoint che vende pannelli e impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e pompe di calore. Questa informazione non la troviamo sul blog di Beppe Grillo di cui sopra.
Insomma, il signor Visentini illustra un programma per trasferire i sussidi statali, cioe' i nostri soldi, dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, settore nel quale opera la sua azienda.
Si chiama conflitto d'interessi. A spese del contribuente.
 
 
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