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Auto diesel inquinanti. Riabilitata Volkswagen, ma malissimo Opel, Renault-Nissan, Fiat e Suzuki. Che fare?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 settembre 2016 9:48
 
  Un'indagine di una ONG belga sull'inquinamento dei motori diesel che circolano su strada, ha portato a dei risultati incredibili: la Vollkswagen immette sul mercato i mezzi meno inquinanti, pur se sforano un po' dai limiti dell'attuale euro-6, mentre Opel, Renault-Nissan, Fiat e Suzuki vanno oltre i limiti anche di 14 o 15 volte.
E' molto probabile che il colosso tedesco dell'auto (dopo lo scandalo di giusto un anno fa in cui ammetteva di avere fatto ricorso ad un software truccato per manipolare i test di misurazione delle emissioni inquinanti) abbia imparato la lezione. Mentre gli altri suoi concorrenti, forse fidando sul fatto che i controlli erano meno serrati in generale e piu' concentrati sulla casa di Wolfsburg, si sono “lasciati prendere la mano”.
Possiamo dire che il profitto non ha decenza? Da non-anticapitalisti quali siamo lo affermiamo senza nessun prurito ideologico o prevenzione, ma registrando i dati di questa Ong belga, che coinvolge gli autoveicoli delle marche piu' rinomate e vendute in Europa.
Anche la mitica rinata Fiat, vanto nazionale quando -gestione famiglia Agnelli- lo Stato ripianava le perdite mentre i proprietari si dividevano gli utili, e tutt'oggi -pur essendo italiana solo per storia e per alcune importanti fabbriche nello Stivale- in molti continuano a considerarla tale. Basta leggere, per esempio, i dati statistici periodici sulle vendite di auto: sono tutti modellati rispetto alle performance della Fiat, come se il mondo dell'auto girasse intorno alla fabbrica di Marchionne e non su un mercato realmente transnazionale (pensiamo ai coreani e giapponesi...). Non solo, ma l'enfasi che viene posta sul mercato dell'auto -sempre con Fiat come perno- sembra proprio non tener conto della realta' ecologica dell'Italia, dell'Europa e del nostro Pianeta che, per la produzione di gas ad effetto serra e invivibilita' urbana e non solo, vede questo tipo di autoveicoli tra i piu' responsabili. Conversione industriale, nuove economie, mobilita' alternative... tutta roba da campagne elettorali e buoni propositi di qualche inaugurazione di un qualche giardino urbano. Soprattutto in Italia dove, per esempio, la mobilita' urbana in bicicletta e' una burletta per presunti pedalatori della domenica.
Bene, oggi arriva questa mazzata della Ong belga Transport & Environment. Una conferma di quanto tutti intuivano da sempre: bastava solo annusare le strade delle nostre citta', controllare gli abiti dopo una passeggiata urbana, valutare la propria capacita' respiratoria dopo aver osato di andare in bicicletta in una qualche nostra citta'... tutte evidenze che ora hanno anche un riferimento statistico.
Ora, chissa' se governanti, amministratori, sindacati (per i quali sembra che conti piu' il posto di lavoro che non se questo ammazzi o meno il nostro Pianeta) continueranno a fare le orecchie da mercante...
 
 
 
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