Un tormentone dietro l'altro. Quando cominciarono a dire che
bisognava avvalersi dei biocarburanti al posto dei fossili,
sembrava aver scoperto la pietra filosofale, nell' "uovo
folosofale" degli alchimisti, cioè l'oro da piombo o altri
elementi vili.
E via a coltivare piante da succo oleico, in testa, ricordo
la colza. Forse perchè costava poco e, infatti, quando la
gente andava al supermercato per uscirne carica di scatoloni
di olio di colza, sembrava di risparmiare (non così per il
fisco che considerava ciò un reato fiscale) ma poi quasi
per miracolo, il prezzo aumentava sino al pareggio. Miracolo
escluso. Ma sembrava il contrario, perchè bio(carburante)
evocava altro "bio". Mania che tutto il "bio" sia paradiso e
il resto inferno.
Adesso la tv la radio, i mass media spingono e tormentano
con gli slogan "senza olio di palma" perchè ci fanno forse
morire di cancro, di malattie di vario genere, forse come il
fumo o l'alcool o altre sostanze micidiali.
In fonti di informazione varie se ne sentono di ogni specie
di commenti.
E', allora, una questione di costi? Una questione di
deforestazione, una questione medico-sanitaria, o di
semplice emulazione interessata?
Ma tutte queste manovre ricordano anche altri tormenti quali
la propaganda di ogni "bio" specie nel campo alimentare, ma
ormai, anche nell'edilizia ed in ogni altro tipo di
produzione questo andazzo ìmpera.
Scopo di affari, o realtà? Ma la gente, come al solito,
abbocca. Un po' come per le polemiche elettorali dove
l'unico risultato è non credere più a nulla.