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27 maggio 2016 21:58 - savpg8801
Tremiliardi di affamati fanno poche seghe nutrizionistiche. Il metro per nutrirsi non è certo quello delle etichette, o del prezzo alto, o della informazione ecologica, equa o solidale. E neppure quello delle provenienze geografiche o delle raccomandazioni del commercio in costante conflitto di interessi.
Si dovrebbe finalmente capire che vengono valorizzate pseudo virtù degli alimenti, ma anche di altre derrate come vestiario, beni strumentali, mobili, oggetti, ecc. solo per lo scopo di venderne sempre di più.
Si inculcano nei consumatori informazioni ridondanti o assurde, ma con una tattica subliminale perchè si conta sulla fisiologica credulonità del potenziale acquirente inducendolo a convincersi per far valere caratteristiche spesso inesistenti, ma che facciano comunque presa sulla sua psiche (ben studiata).
Il produttore di olio divulga buono solo il suo, il pasticcere solo il suo, il costruttore di automobili solo la propria marca, il macellaio solo quella che vende lui, sicura e speciale.
Purtroppo ogni consumatore non è affatto in grado di giudicare ciò che compra o ciò di cui si serve, come servizi o beni di consumo in maniera autonoma. Quando comprate un'auto andate mai ad alzare il cofano e con una occhiata vi spacciate come maghi della meccanica che con uno sguardo capiscono tutto? Vi affidate alle "bontà" delle brochures o alla propaganda del concessionario che ha l'obbligo di "dire bene".
Sono, invece, le autorità preposte e costituzionalmente delegate e pagate da noi cittadini attraverso le tasse che dobbiamo implicare e pretendere, pene severissime incluse a loro stesse se non si fa il proprio dovere, ad essere esecutori di controlli e di disposizioni atte a tutelare il cittadino.A monte e non a valle delegando il consumatore a decidere cose che non può fare. Troppo comodo per salvare la poltrona.
Il consumatore deve solo guardare e giudicare dal proprio gusto perchè non può fare altro, neppure leggendo; solo questo è singolo, univoco, personale, non certo la capacità di chimico organolettico, magari facendo il sapiente con la lettura di una etichetta spesso foriera di truffe.
Purtroppo ancora la capacità di sparare caratteristiche miracolistiche fa ancora presa sul gregge.
27 maggio 2016 19:46 - giorgio6042
non so cosa abbia da scrivere tanto il sav qualcosa, poteva semplicemente dire la legislazione e gli italiani si dibattono nel ruolo di truffati o truffatori, magari anche idioti. Chiedere invece che un prodotto sia fatto dove c'è scritto è evidentemente stupido. Non si sa cosa faccia di lavoro il sav ma credo che neanche gli freghi nulla di ciò che ingurgita.
26 maggio 2016 19:20 - lucillafiaccola1796
sa sa lo stupido è che è stupido perciò non si interessa...ma chi supido non è non la deve far passar liscia né allo stupido [detto krumiro] che è la vera causa di tutti i mali, né ai manipomentitore! Un bel calcio in bocca e vai! Ché se vieni per cavarmi un occhio, te li cavo tutti e tre!
26 maggio 2016 13:26 - savpg8801
E ridaiieee con queste etichette come se fossero la panacea di ogni male. Ma quale male se non sono veritiere o non sono comprensibili da gente che non hanno come minimo la laurea di nutrizionisti? E poi, quali sono le contromisure dei saputelli che non comprano la carne sapendo che prima di venire macellata la bestia ha girato mezzo mondo? Cos'ha l'Italia di 60 milioni di abitanti a dover fare, solo essa, buono e sano un alimento, bada ben solo l'Italia, contro sette miliardi di altri condividui e migliaia di volte in più di territorio di tutti gli altri popoli e nazioni "farabutte"?
Solo un fatto commerciale e che, a quanto pare, non serve neppure a molto.
Un tempo si diceva che solo Fiat era da prendere, che solo i tessuti italiani erano da prendere, ma si diceva anche che il migliore era il prosciutto dalmato, o l'olio spagnolo e io negli anni sessanta-settanta andavo colà ad assaggiarli.
Poi, dopo alcuni scandali internazionali sul cibo, si è stabilito, quasi per legge, che solo il mangiare italico è buono e fa bene. Il resto del mondo è cacca.
Con tutti gli scandali che anche in Italia si sono via via succeduti si continua a dire che il mangiare mediterraneo (no greco, no algerino, no spagnolo, no francese, no egiziano, no turco, no marocchino...che pur sono paesi mediterranei) fa bene...ma solo il mediterraneo.. l'italico. E la riprova? solita cavolata all'italiana....visto che gli ingredienti provengono dall'estero e la mano d'opera è quasi tutta straniera, vorrei vedere cosa scriveranno su queste stramaledette etichette salvavita, magari che si va a comprare alla terra dei fuochi?
Ma si sa tutto è affare, soldi, apparenze. Come la storia delle etichette e come la storia dell'italica "pizza" che ha 90% di ingredienti stranieri....ma lo stupido che l'esalta come italico food salvavita, cosa ne direbbe se sapesse?
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