Più che altro questa sentenza è alquanto risibile, fatta
palesemente per dare un contentino ai cristiani integralisti
che purtroppo stanno prendendo sempre più potere.
Sentenza addirittura esilarante nel momento in cui è invece
consentito e incoraggiato l'espianto di organi da persone
adulte decedute in incidenti ecc...
Forse la "dignità umana" che si riconosce a un feto di 12
settimane (un essere certamente non cosciente, di 8-14g e 6
cm di lunghezza) gli adulti coscienti e con una storia e
magari famiglie alle spalle invece non ce l'hanno?
Ricordiamo che le cellule staminali poi vengono estratte con
un ago, a volte solo dal cordone, quindi con un intervento
direi poco lesivo della "dignità" di un feto.
Immagino sappiate invece in cosa consiste un trapianto
cuore-polmoni... in pratica, il deceduto viene aperto con
una sega elettrica e svuotato come un pollo.
E io sarei ben contento di farmelo fare se questo può
aiutare un'altra persona.
Ma una puntura a un feto non si può fare.
Siamo alla pazzia pura.
25 ottobre 2011 9:42 - semingro
Questa sentenza talebana e ipocrita, è anche uno schiaffo
al TNSA del meraviglioso Rapporto Dulbecco:
Comunicato n° 307 del 28 dicembre 2000
MINISTERO DELLA SANITA’
UFFICIO STAMPA
TNSA: la via italiana all’uso delle cellule staminali
Il Ministro della Sanità, professor Umberto Veronesi, ha
presentato oggi, 28
dicembre 2000, il documento elaborato dalla Commissione di
studio sull’utilizzo di
cellule staminali per finalità terapeutiche, il cosiddetto
“Rapporto Dulbecco per le
cellule staminali”
Il Rapporto, frutto di tre mesi di lavoro e di analisi da
parte dei 25 esperti della
Commissione presieduta dal Premio Nobel, professor Renato
Dulbecco - nominata, il
7 settembre scorso, dal Ministro della Sanità, professor
Umberto Veronesi - indica
nel Trasferimento Nucleare di cellule Staminali Autologhe
(TNSA) la soluzione più
idonea come base per la cura di una vasta gamma di
patologie, in parte fino a oggi
incurabili, che interessano 10 milioni di italiani.
Le altre possibilità analizzate (cellule staminali fetali,
da sangue del cordone
ombelicale, adulte ed embrionali eterologhe), infatti, non
hanno dato gli stessi
risultati del TNSA che si è dimostrato in grado di
soddisfare tutte le incognite
scientifiche (quantità di cellule staminali disponibili,
compatibilità con il paziente,
caratteristiche) e la liceità etica sia come tecnica di
produzione, sia per le finalità
terapeutiche.
Merito della ricerca italiana è quello di aver proposto con
il “Rapporto Dulbecco per
le cellule staminali” una via innovativa ed alternativa a
quanto finora elaborato in
campo internazionale. In particolare, il documento della
“Commissione per le cellule
staminali” ha superato le questioni etiche sollevate dalle
indicazioni contenute nel
“Rapporto Donaldson”, recentemente adottato dal Regno
Unito. Il TNSA, basato
sull’inserimento di un nucleo di cellula adulta prelevata
dal paziente in un ovocita
privato del proprio nucleo, permette, infatti - evitando la
formazione dell’embrione -
di ottenere cellule staminali da differenziare verso le
linee cellulari e tissutali
desiderate.
La Commissione sulle cellule staminali, oltre ad elaborare
le risposte ai quesiti posti
dal Ministro Veronesi, ha ritenuto di esprimere alcune
raccomandazioni.
Il gruppo di esperti guidati dal Nobel Dulbecco è
dell’avviso che sia un dovere della
nostra società favorire e sostenere la ricerca su tutte le
fonti di cellule staminali,
fermo restando il quesito etico relativo alle modalità per
ottenere cellule staminali
embrionali umane,.
Non impone quindi vincoli di scelta ai ricercatori per le
indagini verso la fonte che
ritengono più consona alle proprie valutazioni scientifiche
ed etiche.
Per quanto riguarda le cellule staminali ricavate da
embrioni, la maggioranza della
Commissione suggerisce che sia consentito esclusivamente il
ricorso a embrioni
soprannumerari, quelli, cioè, conservati fino ad oggi nelle
celle frigorifere dei Centri
d’inseminazione artificiale e che non venendo più
impiantati in utero, sono destinati
altrimenti alla distruzione. A tal proposito viene inoltre
raccomandata la necessità di
un’indagine, nel più breve tempo possibile, che permetta
di stabilirne il numero e la
localizzazione.
Dovrà, inoltre, essere elaborata una procedura per ottenere
il “consenso informato”
dalle coppie che, avendo acconsentito alla
crioconservazione, non intendono più
utilizzare quegli embrioni. Tali procedure devono prevedere
l’esplicita esclusione di
ogni forma di compenso o di riserva per la donazione.
Viene infine proposto di elaborare un “Progetto nazionale
di ricerca sulle cellule
staminali” che si occupi di individuare apposite Linee
guida per la redazione dei
protocolli di ricerca, di monitorare l’andamento della
ricerca - al fine di stabilire
tempi e modalità di passaggio alla fase sperimentale
clinica - e di indicare le
opportune forme di coordinamento per la valutazione dei
protocolli operativi.