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I pericoli degli amori spaziali
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Articolo di Redazione
7 novembre 2016 15:11
 
**  C'erano, cari a Boby Lapointe, la carriola giapponese, il tornello circolare, lo stallone bernese e il derviscio di qualita'. Nella lista delle immagini della posizione dell'amore, senza dubbio si dovra', nel corso dei prossimi secoli, instaurare una nuova nomenclatura, quella delle posizioni interplanetarie, legate all'esplorazione del sistema solare. Perche' l'uomo, oltre ad essere un animale sessuale, e' diventato da piu' di mezzo secolo, un animale spaziale. Dodici maschi sono gia' andati a stabilirsi sulla Luna (con la L maiuscola...) e, se e' poco probabile che si metta un giorno una bandiera sui monti di Venere, pianeta fortemente inospitale, Marte e' la prossima tappa della conquista.
Anche Barack Obama ha recentemente espresso il suo desiderio che gli Usa lancino una missione umana verso il pianeta Rosso nel corso degli anni 2030. Piu' ambiziosi -ma puo' darsi anche piu' folle- il progetto privato Mars One che prevede una colonizzazione permanente di Marte con una partenza del primo equipaggio tra dieci anni. Questi saranno dei viaggi a lunga gittata (con i mezzi di propulsione attuali, ci vogliono circa sei mesi per percorrere la distanza Terra-Marte quando i pianeti sono nella migliore configurazione), con degli equipaggi misti -perche' le donne leniscono le tensioni nelle situazioni di confinamenti prolungati- e in microgravita'.
Se non potete immaginare tre uomini e tre donne fluttuanti, durante dei mesi, in un vascello spaziale, vedendo la Terra divenire un minuscolo punto azzurrognolo nell'immensita' nera della vista interplanetaria, nessun problema, il libro “Human Mission to Mars, Colonizing the Red Planet”, scritto nel 2010 a piu' mani, l'ha fatto per voi in uno dei suoi capitoli. E' bene precisare che non si tratta di una pubblicazione scientifica, ma di una compilation di numerosi studi realizzati nello spazio, che da' un'idea che pericoli che sono intorno agli amori spaziali. Questo capitolo parte dal principio che, nelle condizioni molto particolari di questo genere di viaggio, succedera' cio' che e' gia' avvenuto nell'ambito degli inverni nelle stazioni polari dell'Antartico: legami, relazioni sessuali, gravidanze.
Prova di ginnastica
Il problema e' che nello spazio, tutto e' piu' complicato. Essere inviati in aria, cosi' in alto, e' come una notevole prova di ginnastica, in virtu' dell'assenza di gravita'. Una parola d'ordine: aggrapparsi gli uni agli altri. Perche' un movimento troppo brusco rischia di catapultarvi, il vostro partner e voi, alle due estremita' del modulo marziano. Tuttavia, ci si puo' fidare dell'inventiva dell'uomo (e della donna) per identificare i dissuasori. Non e' pertanto impossibile che dei precursori abbiano gia' fatto qualche esperienza, dal lato sovietico-russo sulla stazione Mir o dal lato americano con le navette spaziali -anche se il cosmonauta russo Valeri Poliakov, che detiene il record id permanenza nello spazio (22 mesi in tutto), ha fatto una smentita categorica a queste dicerie....
Si rischiano un po' di lividi nel salire al settimo cielo. Ma questo non e' niente rispetto al rischio che si avrebbe per cercare di riprodursi nello spazio. L'assenza di gravita' e l'esposizione alle radiazioni cosmiche, possono avere delle gravi conseguenze, essenzialmente per le donne e i feti: endometriosi, mestruazioni in ritardo, perturbazioni ormonali, alterazione dei gameti (essenzialmente per l'uomo), cambiamenti nel nucleo cellulare e nella forma delle cellule, anomalie nella formazione del sistema nervoso primitivo dell'embrione, sviluppo fetale anormale, aborti, stress pre e post-natale, alterazioni genetiche, ritardi intellettuali sui bambini, etc. “Human Mission on Mars” ricorda essenzialmente che, nell'ambito di una esperienza fatta dai sovietici, dei topi si sono accoppiati, ma senza che questo abbia poi dato seguito ad una nascita.
Una volta giunti su Marte, gli astronauti non dovranno piu' subire gli effetti deleteri della microgravita'. Tuttavia, il loro ambiente sara' sensibilmente diverso da quello della Terra, in cui l'uomo si e' sempre evoluto (nel doppio senso del verbo “evolvere”). Di conseguenza, se degli umani nascessero sul pianeta Rosso, avrebbero delle buone possibilita' di presentare delle differenze fisiche e genetiche notevoli rispetto a quelle che avrebbero nascendo sul nostro globo azzurro -uno dei temi del film “Un mondo tra noi”, che esce a dicembre in Usa. Fatto che potrebbe (chi lo sa?), a breve, condurci verso un processo di speciazione, con l'apparizione di una specie che gi autori della scienza-fiction ci hanno spesso imparato a temere: i marziani....
 
(articolo di Pierre Barthélémy, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 07/11/2016)
 
** nell'imagine: il bacio di Han Solo e la principessa Leia nel film "Star Wars, episodio V: l'Impero colpisce ancora" di Irvin Kershner
 
 
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