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Narcosala a Parigi. Un mese dopo l’apertura, i primi dati
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Articolo di Redazione
18 novembre 2016 11:21
 
  Il Sindaco di Parigi ha fornito i primi dati sulla frequenza della narcosala (SCMR) che e’ stata aperta un mese fa nel X arrondissement della capitale.
Alcuni striscioni e cartelli con scritto “No alla narcosala in un quartiere residenziale”, sono ancora su alcune finestre di palazzi della rue Ambroise-Paré, nel quartiere della Gare du Nord a Parigi. Ma dopo il 17 ottobre, data dell’apertura in questa strada della prima narcosala in Francia, il loro numero e’ visibilmente diminuito. Come se, dopo alcuni mesi di contestazione, alcuni residenti ostili al progetto avessero deciso di sospendere il loro giudizio, il tempo di vedere se questa narcosala riesca a far diminuire i problemi nel quartiere, cosi’ come si era impegnato in merito il Sindaco.
Tra 110 e 120 utenti frequentano ogni giorno la narcosala, collocata in un palazzo dell’ospedale Lariboisière, fa sapere il Comune di Parigi lo scorso 17 novembre, un mese preciso dopo l’avvio per la sperimentazione. Cioe’ circa 150 transiti nel corso delle sette ore di apertura quotidiana della sala, dalle 13,30 alle 20,30. Un numero in crescita progressiva dopo il giorno di apertura, quando si erano presentati solo quaranta utenti. “C’era talmente tanta polizia per strada quel giorno li’, che ho pensato che non sarebbe venuto nessuno”, racconta Elisabeth Avril, la direttrice di Gaia, l’associazione che gestisce la narcosala.
“Gli utenti devono anche prendere da soli le loro cose e cambiare abitudini” -spiega, rilevando che per il momento “tutto sta andando come previsto”. In tutto, 300 persone si sono iscritte alla SCMR. “Essa non ha attirato utenti che non erano abitualmente nel quartiere”, precisa Avril.
Il Comune vanta una pacificazione, ma non convince i residenti
Sei utenti su dieci si iniettano la sostanza, essenzialmente Subutex, un prodotto di sostituzione, o Skénan, un farmaco a base di morfina venduto a 5 euro la pastiglia. Ognuno ha venti minuti a disposizione per iniettarsi la sostanza che si porta, con una siringa pulita e sotto il controllo di un membro dell’associazione Gaia. “C’e’ un vero lavoro sanitario, poiche’ molte delle iniezioni non vanno a buon fine”, sottolinea Bernard Jomier, assessore comunale alla Sanita’ a Parigi. All’inizio del servizio, l’utente della sala puo’ fermarsi in una stanza di attesa dove puo’ chiedere assistenza medica e sociale. In prospettiva della domanda, Gaia ha in progetto un presidio fisso della Sicurezza sociale, si’ da permettere “di accelerare alcune pratiche”.
Senza aspettare di conoscere i numeri precisi delle siringhe raccolte nel quartiere, il Comune di Parigi assicura che la SCMR “sembra ben armonizzata per contribuire alla tranquillita’ pubblica del quartiere”. “Non c’e’ stato alcun effetto di degrado sugli spazi pubblici, ne’ di frequentazione particolare intorno alla sala”, dice Bernard Jomier. “Abbiamo la sensazione di un capovolgimento della tendenza”.
Una sensazione che e’ ancora lontana da essere simile a quella dei residenti. “Non e’ cambiato nulla dopo un mese, lo spaccio nelle strade adiacenti e’ aumentato”, dice, in forma anonima, un commerciante che fa parte del collettivo contro la SCMR. “Ci sono sempre dei tossici che non vogliono andare nella narcosala e continuano a bucarsi negli ingressi dei palazzi, nelle scale dei parcheggi pubblici o nelle toilette pubbliche”.
L’unico cambiamento visibile, dopo un mese, la maggiore presenza della polizia: “Ma non conosco quali siano i loro risultati, ci sono sempre delle risse e dei rumori la sera”.

(articolo di François Béguin, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 18/11/2016)
 
 
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