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Fecondazione post-mortem. Un caso eccezionale in Francia
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Articolo di Redazione
14 ottobre 2016 11:24
 
 E' un nuovo passo a favore della fecondazione post-mortem,una pratica vietata in Francia. Il tribunale amministrativo di Rennes ha ingiunto al centro ospedaliero universitario di Rennes di esportare lo sperma di un marito morto di una giovane donna di nazionalita' francese per poter procedere ad una inseminazione, cosi' come lo ha fatto saper il suo avvocato.
La giovane donna, di meno di 30 anni, ha perso a gennaio 2016 il proprio marito malato, e poi anche il bimbo che aveva in gestazione, proprio alcuni giorni prima del parto. La signora ha chiesto l'esportazione dei gameti di suo marito si' da poter procedere ad una inseminazione post-mortem all'estero. In un Paese in cui non ci sia ancora una normativa in merito.
D. La legge vieta l'inseminazione post-mortem e l'esportazione di gameti?
R. Si. In Francia, il codice di sanita' pubblica vieta l'inseminazione post-mortem e l'esportazione di gameti. La legge non cambia.
D. Come mai la giustizia ha preso una simile decisione?
R. “Le circostanze eccezionali hanno giustificato che sia ingiunto al centro ospedaliero regionale universitario di Rennes di provvedere per consentire l'esportazione, in un ospedale europeo che sia disponibile in merito, per dei gameti di una marito deceduto”, ha detto il tribunale amministrativo in un comunicato stampa. L'ordinanza definitiva sara' pubblicata solo la settimana prossima.
Il giudice amministrativo ha stimato che il “decesso di un marito dopo la morte del loro bambino al termine della gravidanza, costituiscono un attentato sproporzionato al diritto al rispetto della decisione della moglie e di quella del suo defunto sposo per divenire genitori”.
Queste circostanze giustificano quindi “che sia scartato il divieto della procreazione medicalmente assistita post-mortem e il trasferimento dei gameti a questo fine”, ha stabilito il giudice.
D. E' una primizia?
R. Si' e no. No, perche' il 31 maggio, il Consiglio di Stato aveva autorizzato un trasferimento di sperma reclamato da una vedova spagnola. Siccome l'inseminazione post-mortem e' autorizzata in Spagna, la stessa resta vietata in Francia, ma l'autorizzava per le caratteristiche particolari della vicenda.
La piu' alta giurisdizione amministrativa aveva stimato che il rifiuto delle autorita' francesi di autorizzare il trasferimento era un “attentato manifestamente eccessivo al diritto al rispetto della vita privata e famigliare”, protetta dall'art.8 della Convenzione europea della salvaguardia dei Diritti dell'Uomo.
Si, e' una primizia, perche' “dopo la riforma delle leggi di bioetica che vietano l'inseminazione post-mortem, questa e' la prima decisione positiva che riguarda una coppia francese”, spiega Simhon, avvocato della signora francese. Nella questione della signora spagnola, nessuna persona della coppia era francese, e il bambino che doveva nascere avrebbe vissuto in Spagna, e non avrebbe turbato l'ordine pubblico francese. Questa situazione e' diversa. “I giudici stabiliscono caso per caso. Questa decisione pone una domanda alla legislazione francese. Possiamo restare su un divieto cosi' stretto, solo contro tutti o quasi?” Il centro ospedaliero di Rennes ha quindici giorni per fare appello.
(articolo di Gaëlle Dupont, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 14/10/2016)
 
 
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