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Clima. L'aviazione civile congela le proprie emissioni di carbone
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Articolo di Redazione
7 ottobre 2016 16:48
 
 “Celebriamo oggi un avvenimento storico che dimostra la nostra volonta' di partecipare pienamente alla lotta ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato il presidente dell'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (ICAO), Olumuyiwa Benard Aliu, dopo il voto dello scorso 6 ottobre di una risoluzione molto attesa durante la 39ma assemblea triennale a Montréal.
Questa dichiarazione instaura un meccanismo mondiale di compensazione delle emissioni dell'aviazione internazionale, settore non incluso nell'accordo di Parigi sul clima, che entrera' in vigore il prossimo 4 novembre. Il trasporto aereo diviene cosi' il primo settore al mondo ad impegnarsi risolutamente nella lotta climatica.
Dopo tre anni di discussioni, i Paesi membri dell'ICAO son giunti ad intendersi su un compromesso, nonostante le riserve evidenziate da diversi Paesi, tra cui Russia e India. E “lo spirito di Parigi che e' arrivato fino a Montréal”, come faceva notare Philippe Nertoux, ambasciatore francese presso l'organizzazione, resta “da mettersi al lavoro e non e' che l'inizio”, ha detto a sua volta Aliu.
Approccio graduale
Il sistema adottato propone un approccio graduale per mettere in pratica una “misura mondiale basata sul mercato” che si tradurra' con l'acquisto di crediti carbone dalle compagnie aeree insieme ad altri settori della Borsa.
Le compagnie aeree vogliono una “soluzione efficace per permettere loro di gestire la loro parte di carbone”, stima il direttore generale dell'Associazione internazionale del Trasporto Aereo (IATA), Alexandre de Juniac. E aggiunge che questa “non portera' ad un avvenire durevole dell'aviazione” ma si aggiunge agli sforzi dell'industria in materia di strategia climatica, per il miglioramento delle tecnologie, delle operazioni e delle infrastrutture.
Tre fasi di applicazione sono previste per limitare da qui al 2035 le emissioni di carbone ai livelli riscontrati nel 2020. La fase-pilota, dal 20121 al 2023, si espletera' su una base volontaria dei Paesi membri, cosi' come le seguenti, dal 2024 al 2026. L'applicazione generale sara' obbligatoria a partire dal 2027, con l'eccezione dei Paesi piu' poveri, i micro-Stati e quelli che hanno un peso minore dello 0,5% sul traffico mondiale dei passeggeri.
Nell'ambito dei “volontari” si ritrovano tutti i Paesi europei, gli Usa, la Cina, il Canada, il Giappone, gli Emirati Arabi, Singapore... Al contrario, la Russia ha qualificato come “irrealista” l'obiettivo del meccanismo, e l'India e la Cina (quest'ultima in misura minore) hanno manifestato delle riserve. “Abbiamo gia' 65 Paesi che hanno confermato la loro partecipazione volontaria alla fase-pilota”, aggiunge Aliu. Essi rappresentano piu' dell'83% del traffico aereo internazionale ma anche il 66% della crescita prevista delle emissioni di gas ad effetto serra nel settore del trasporto aereo internazionale. Tra il 2021 e il 2035, circa l'80% delle emissioni saranno coperte da questo meccanismo”, ha detto Violeta Bilc, commissario europeo ai Trasporti.
2% del totale delle emissioni
Le organizzazioni non governative (ONG) ambientali sono piuttosto soddisfatte ma alcune rilevano che l'approccio “e' carente di ambizioni”. Esso sara' volontario fino al 2027 e fa riferimento ad una compensazione carbone invece che su obiettivo reale di riduzione delle emissioni.
L'ISCA, che raggruppa delle ONG impegnate per un trasporto aereo piu' responsabile, giudica il suo contenuto “contrastante”, considerando insieme al WWF che non sara' sufficiente per raggiungere lo stesso obiettivo dell'ICAO di assicurare una crescita del traffico non basato sul carbone da qui al 2020, e ancor meno di venire incontro agli obiettivi dell'accordo di Parigi.
Se esso e' responsabile di solo il 2% del totale mondiale delle emissioni odierne, bisogna ricordare che l'aviazione e' il solo settore a liberarle direttamente a quelle altitudini nell'atmosfera. E la crescita esponenziale del traffico aereo -con un raddoppio del numero di passeggeri nel mondo da qui al 2030- rendera' inevitabile un appesantimento del suo “bilancio GES”, stimato in 2,5 miliardi di tonnellate tra il 2021 e il 2035.
Inoltre, l'accordo dell'ICAO riguarda solo l'aviazione internazionale, mentre il 40% delle emissioni del trasporto aereo sono prodotte dai voli interni.
In proposito, l'applicazione del sistema dell'ICAO avra' anche valore di test per la loro aviazione domestica, integrando le emissioni dell'insieme del settore nella loro strategia nazionale di lotta ai cambiamenti climatici.

(articolo di Anne Pélouas, inviata a Montréal, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 07/10/2016) 
 
 
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