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Biotecnologie, clonazione e ogm
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Articolo di Massimo Lensi
12 giugno 2002 22:09
 
A Roma gli Usa hanno ottenuto il primo successo politico del summit FAO facendo inserire i cibi transgenici nella dichiarazione finale. Ed e' la prima notizia. Secondo una ricerca di Legambiente ogni anno 780 mila tonnellate annue di cibo restano sugli scaffali dei nostri mercati, quantita' sufficiente a sfamare 20 milioni di persone al giorno. Seconda notizia. Filipo Perez Roque, ministro degli Esteri cubano, ha sostenuto sempre al vertice FAO, che la malnutrizione non verra' eliminata fino a quando i Paesi poveri non riceveranno anche "sementi geneticamente migliorate". Ed e' la terza notizia. Arriviamo all'ultima, che e' piu' una constatazione di ruolo: la FAO avrebbe bisogno di una decisa operazione di "restyling".

Noi siamo d'accordo, assolutamente d'accordo, con coloro che affermano che una delle frontiere da esplorare per combattere la fame nel mondo passi dal biotech, dai tanto famigerati OGM. Sono sequenze di logica e di avanzamento strutturale. E che contemporaneamente rigorosi controlli sulle "manipolazioni del microscopio" siano poste in essere a tutte le latitudini. Non crediamo che l'attuale ruolo della FAO possa bene allinearsi con queste linee di programma, ma questo non e' il punto, ora. Certo, le paure sono molte e la tentazione di sfocare l'attenzione sull'emergenza alimentare per condannare di fatto gli investimenti nel biotech, e' molto alta. Un nuovo modello di consumo, di differente concezione dei consumi vitali, dovrebbe anch'esso essere posto all'ordine del giorno, come fa notare Legambiente. Gli Stati Uniti si sa sono da sempre il mostro, e gli investimenti americani nel biotech denunciano 5 miliardi di dollari di perdite solo nel 2001. Pure la proibizionista Europa investe ma poco, mentre l'Asia e' in gran crescita. Il mercato pero' e' decisamente in calo, a causa di troppe paure e della scarsa propensione dei Governi occidentali (esclusi gli Stati Uniti) a finanziare la ricerca scientifica sugli OGM (i rigorosi controlli).

In Italia il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha denunciato alcun giorni or sono gli interessi commerciali degli scienziati che vogliono fare ricerca sugli embrioni e sul business della clonazione. Vorremmo umilmente far notare che se della ricerca scientifica si ha una visione da sogno, dei bei tempi che furono, in nessun campo delle emergenze mondiali (strategie alimentari, politiche demografiche, distribuzione dell'acqua potabile) si staccheranno mai i tabu' delle incomprensioni e delle incertezze. La comunita' scientifica ha gia' espresso a piu' riprese la sua volonta' di abdicare a comunicare con la societa', un grave errore che e' compito dei Governi correggere, sia finanziando la ricerca sia coinvolgendo l'opinione pubblica sulla bioetica e sul mercato del biotech. Mercato che sporco non e' e che male non fa, almeno all'interno dei parametri fissati da qualsiasi attivita' dell'uomo che produca profitto insieme a sviluppo. Le degenerazioni, come ha capito persino il rivoluzionario cubano, sono profitto del proibizionismo e producono fame e poverta' oltreche' mercato nero non controllato. E mentre gli Stati Uniti, sempre loro, investono, l'Europa prepara il consueto rogo savonarolesco. Italia in testa.
 
 
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