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Australia: la terra dei canguri bonificata dalle trappole proibizioniste
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Articolo di Grazia Galli
2 aprile 2002 1:12
 
Gli scienziati australiani potranno usare gli embrioni sovrannumerari per derivarne cellule staminali. Anticipazioni in tal senso sono state date dai Premiers dei 6 stati australiani che ufficializzeranno la loro decisione in occasione del Consiglio dei Governi, che si inaugura oggi. Rompendo gli indugi, il Premier federale John Howard ha comunicato alla stampa l'intenzione del Governo federale di permettere la ricerca sugli embrioni avanzati dagli interventi di fecondazione assistita, pur sotto stretto controllo delle istituzioni preposte. Howard ha inoltre auspicato che le leggi dei singoli stati australiani recepiscano, uniformandovisi, la legislazione federale.
Dopo la proposta di proibire qualunque forma di clonazione umana e la ricerca sugli embrioni, avanzata all'inizio dell'anno dal ministro per la Terza Eta', il cattolico conservatore Kevin Andrews, un acceso dibattito ha visto la formazione di due schieramenti trasversali.
A favore della ricerca sugli embrioni si sono schierati la maggioranza degli scienziati australiani, le associazioni dei malati ed anche autorevoli rappresentanti della Chiesa Anglicana. Con il progredire del dibattito anche alcuni scienziati, come il professor Alan Trounson, che, in un primo tempo, si erano mostrati favorevoli alla sospensione della ricerca sugli embrioni umani, hanno finito con il riconoscere la necessita' di ottenere nuove linee di cellule staminali embrionali. Infatti, se ancora molto tempo dovra' passare prima che le attese terapie giungano in fase clinica, e' opinione largamente condivisa che le linee di staminali attualmente disponibili non saranno utilizzabili in clinica, perche' quasi certamente "inquinate" dallo stretto contatto con cellule di topo con cui vengono abitualmente coltivate. Fortemente divisi anche i membri del Parlamento federale, i cui partiti di appartenenza hanno per la maggior parte lasciato ai singoli liberta' di pronunciarsi in materia, anche in considerazione dei recenti sondaggi che davano la maggioranza degli australiani favorevoli alla liberta' di ricerca.
Ferocemente contrari all'uso degli embrioni a scopo di ricerca le associazioni antiabortiste e la Chiesa Cattolica, che su questo tema ha aperto una vera e propria disputa teologica con quella Anglicana. Per prendere tempo, il Primo Ministro del Governo Federale, John Howard, ha rimandato ogni decisione fino al prossimo Consiglio dei Governi australiani, dando il via nel frattempo ad una fitta serie di incontri con scienziati, eticisti e rappresentanti delle organizzazioni religiose.
La mossa decisiva per sbloccare l'indeciso Governo federale e' probabilmente stata la "ribellione" del Premier del Nuovo Galles del Sud, Bob Carr, che, paventando l'apertura di un contenzioso presso il Governatore del Commonwealth, ha annunciato nelle scorse settimane l'intenzione del suo Governo di permettere comunque la ricerca sugli embrioni. Le dichiarazioni di Carr sono state immediatamente raccolte dai ricercatori della Monash University di Victoria che hanno cominciato a fare le valigie per trasferirsi nel Novo Galles del Sud. Il timore di perdere uno dei piu' importanti centri al mondo per la ricerca sulle cellule staminali, ha probabilmente convinto anche il Governo dello Stato di Victoria, a pronunciarsi contro il divieto federale alla ricerca, nonostante l'uso degli embrioni in questo Stato sia gia' proibito da una apposita legge. E' possibile tuttavia che questa legge venga presto rivista, almeno secondo quanto dichiarato dal Premier di Victoria, Steve Bracks. Cogliendo l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, Braks ha accusato di ipocrisia i rappresentanti della Chiesa Cattolica che nei giorni scorsi, nel tentativo di arruolarlo nel proprio fronte, l'avevano accusato di "scarso impegno a sostegno della vita". Il Capo del Governo di Victoria si e' infatti molto risentito, sottolineando la contraddizione dei vescovi cattolici che avevano evitato di pronunciarsi contro l'importazione di cellule embrionali prodotte a Singapore (su cui si e' sin qui basato il lavoro dei ricercatori di Victoria) pur non volendo permettere l'uso per ricerca degli embrioni australiani.
Anche il Premier del Queensland, Peter Beattie, dichiaratosi timidamente a favore della ricerca nei mesi scorsi, ha preso coraggio dall'irruenza di Carr, schierandosi apertamente al suo fianco e si e' addirittura mosso per promuovere iniziative in favore dell'abolizione del divieto di clonazione terapeutica nel suo Stato.
Ultimi a pronunciarsi a favore della ricerca sugli embrioni il Premier dell'Australia dell'Ovest, Geoff Gallop il Premier dell'Australia del Sud, Mike Rann ed il Premier della Tasmania, Jim Bacon.
Resta incerto il destino della cosiddetta "clonazione terapeutica", in favore della quale Alan Trounson, della Monash University ha lanciato un accorato appello dai microfoni della radio ABC.
 
 
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