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Antibiotici sempre piu’ in crisi in Europa
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Articolo di Redazione
19 novembre 2016 9:57
 
 La scienza ha vinto la lotta contro i batteri nella prima meta’ del XX secolo, ma un secolo dopo questi microrganismi stanno contrattaccando, e il mondo non e’ preparato per farvi fronte. Gli esperti del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle Malattie (ECDC) hanno messo sul chi va la’ lo scorso 18 novembre, giornata europea per l’uso moderato degli antibiotici, sul fatto che la resistenza agli antibiotici sta aumentando nel continente e che ogni volta e’ sempre piu’ frequente avere a che fare con batteri comuni, che causano infezioni urinarie e respiratorie, e che poco rispondono ai farmaci piu’ potenti, l’ultima linea di difesa.
Si calcola che solo in Unione Europea la resistenza antimicrobica provoca ogni anno 25.000 morti. In tutto il mondo, 700.000 persone muoiono per infezioni resistenti ai farmaci. Non si tratta solo di un problema di salute ma anche economico e di sostenibilita’ dei sistemi sanitari. L'ECDC ricorda che gli ospedali spendono, in media, tra 10.000 e 40.000 euro in piu’ per ogni paziente che trattano con una infezione batterica resistente. Se nei prossimi anni non si svilupperanno nuovi antibiotici che sostituiscano quelli che stanno perdendo efficacia -la temuta era “post-antibiotica”- si calcola che nell’anno 2050 moriranno 10 milioni di persone all’anno nel mondo. L’Europa perdera’ tra l’1 e il 4,5% del suo prodotto interno lordo.
“La resistenza del batterio ‘Klebsiella pneumoniae’ rappresenta una crescente preoccupazione in Europa. Piu’ di un terzo dei campioni esaminati nel 2015 sono resistenti ad almeno una delle famiglie di antibiotici che analizziamo, e la resistenza combinata a varie famiglie, e’ abituale”, dice Andrea Ammon, direttore dell’ECDC, durante la giornata del giorno europeo per l’uso moderato degli antibiotici, che si e’ tenuta a Bruxelles. Le differenze tra i Paesi sono eclatanti, come ci fa sapere l’ultima analisi. In generale, le resistenze sono piu’ elevate nei Paesi del sud e dell’est dell’Europa. Le conoscenze che hanno i cittadini europei sull’uso coretto degli antibiotici e’ mediamente molto basso, ha detto il commissario alla Salute, Vytenis Andriukaitis, che durante la sua presentazione ha riassunto un piccolo lavoro in materia realizzato dai suoi collaboratori nella zona di Bruxelles. Dopo aver visitato diverse farmacie della zona, hanno dimostrato che si vendono 3,1 confezioni di antibiotici ogni 1.000 abitanti ogni giorno, cifra eccessivamente alta. “La gente non sa che gli antibiotici non curano i virus e che non sono efficaci contro i raffreddori”, ha detto come esempio della sua ricerca.
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Il batterio ‘Klebsiella pneumoniae’, che causa infezioni del tratto urinario e polmoniti, e’ uno di quelli che maggiormente preoccupa in Europa, ha detto Dominique Monnet, a capo del programma di Resistenza antimicrobica dell’ECDC. Specialmente perche’ le resistenze agli antibiotici chiamati carbapenemi sono cresciute negli ultimi quattro anni, dal 6,2% di media all’8,1%. Questo gruppo di antibiotici appartiene a quelli conosciuti come “di ultimo ricorso”, ed e’ per questo che preoccupa il fatto che in alcuni Paesi come la Grecia le resistenze superano il 50%. Monnet sostiene che, anche se i dati sono bassi, in Spagna e Portogallo sono in crescita.
“Tutti i leader mondiali hanno approvato una dichiarazione che riconosce l’importanza di impegnare risorse contro questa sfida”, dice Danilo Lo Fo Wong, direttore del programma di Controllo della Resistenza agli antibiotici della Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS). L’Assemblea generali delle Nazioni Unite ha approvato a settembre passato una dichiarazione per coordinare gli Stati membri. “E’ la quarta volta che si prende una decisione a questo livello su una minaccia sanitaria”, dice Wong. Dopo l’Hiv/Aids, Ebola e le malattie non trasmittibili, come quelle cardiovascolari o il cancro, l’ONU si e’ accordata per lottare contro la resistenza agli antibiotici.

(da un articolo di Elena G.Sevillano, pubblicato sul quotidiano El Pais del 18/11/2016)
 
 
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