testata ADUC
Antibiotici. Onu: la resistenza e' una 'minaccia fondamentale'
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Redazione
23 settembre 2016 16:09
 

 Per la quarta volta della loro storia, dopo l'Hiv, le malattie non trasmittibili ed Ebola, le Nazioni Unite (ONU) hanno messo all'ordine del giorno una questione legata alla Sanita'.
Il fenomeno della resistenza agli antimicrobici era all'ordine del giorno, lo scorso 21 settembre, dell'Assemblea Generale dell'Onu che si tiene in questa settimana a New York. Esso e' diventato una preoccupazione che non e' piu' solo sanitaria, ma “una minaccia fondamentale, a lungo termine per la salute umana, la produzione durevole del cibo e lo sviluppo”, come ha detto il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon.
Penicillina ad uso troppo ampio
Gli antibiotici sono apparsi con la penicillina, scoperta nel 1928 ed utilizzata come terapia a partire dal 1941. Prima che la chimica di sintesi si sviluppasse, si trattava nella maggior parte dei casi di sostanze naturali prodotte attraverso dei microrganismi, funghi o batteri.
Essi hanno rivoluzionato la medicina e salvato milioni di vite, ma l'impulso alla ricerca che ha permesso la messa a punto di numerose famiglie di antibiotici e' stato affiancato da un uso spesso inappropriato, a cominciare dalla prescrizione di antibiotici nelle infezioni virali, quando non hanno alcun effetto sul virus, e di un uso troppo largo.
Lo scozzese Alexander Fleming, ben noto e stimato per la scoperta della penicillina, aveva messo in guardia, gia' dal 1945, contro lo sviluppo di resistenze derivanti dall'uso di dosi non letali di antibiotici. E, il decennio successivo, il medico britannico Lindsay Batten ed altri, allertavano contro gli effetti nefasti dell'uso di antibiotici a largo spettro (che uccidono un gran numero di diversi batteri) per le infezioni benigne.
La comparsa di resistenze agli antibiotici presso i batteri e' all'inizio di un processo naturale. Essa risulta dalla mutazione di un gene in un batterio, che gli conferisce la capacita' di non essere distruttivo. Attraverso un meccanismo di selezione naturale, questo vantaggio in rapporto ai batteri sensibili agli antibiotici, favorisce lo sviluppo della uova nella popolazione batterica. Se e' illusorio sperare di far sparire il fenomeno, almeno lo si potrebbe limitare attraverso un uso ragionevole degli antibiotici.
Una resistenza dalle conseguenze drammatiche
La crisi attuale tocca l'insieme dei farmaci antinfettivi, che vengono raggruppati sotto il termine di antimicrobici: antibiotici (infezioni batteriche), antivirali (infezioni dovute a dei virus), antiparassitari (malattie parassitarie) e antimicotici (contro le malattie provocate da funghi, come le candidosi).
Davanti all'Assemblea delle Nazioni Unite, il 21 settembre, Ban Ki-moon ha fatto qualche esempio: piu' di 200.000 bambini muoiono ogni anno per infezioni che non sono sensibili agli antibiotici disponibili: un'epidemia di tipoide multiresistente trasmessa attraverso l'acqua sporca in diverse regioni dell'Africa, le resistenze ai farmaci anti-Hiv si sviluppano, alcune forme di tubercolosi resistenti alla maggior parte degli antitubercolotici sono state identificate in 105 Paesi, dove crescono le resistenze ai trattamenti contro il paludismo.
Si potrebbe prolungare la lista con l'esaurimento ormai agli sgoccioli degli antibiotici attivi contro la gonorrea, ma anche la comparsa presso l'uomo di un meccanismo di resistenza alla colistina trasferibile tra batteri: un gene chiamato “mcr-1”, scoperto in Cina e recentemente ritrovato in Usa. In medicina umana, la colistina e' un antibiotico riservato agli ultimi ricorsi contro le infezioni multiresistenti alle altre famiglie. La colistina e' ugualmente utilizzata in medicina veterinaria ed e' nei maiali e nei polli e nella carne venduta al dettaglio, che la presenza del gene di resistenza trasferibile e' stato identificato in Cina, prima che fosse isolato presso l'uomo.
Gli effetti sanitari ed economici
Se le cattive pratiche di prescrizione e di consumo di antibiotici in medicina umana hanno provocato delle resistenze, l'uso massiccio di antibiotici nella sanita' animale, spesso a titolo preventivo, ha contribuito grandemente alla loro diffusione. Comunque, per gli animali trattati rappresenta un vantaggio economico: essi sono piu' grossi di quelli non trattati.
La crisi e' stata aggravata dal prosciugamento degli sforzi della ricerca-sviluppo dedicata ai nuovi antibiotici attraverso l'industria farmaceutica, che ha preferito rivolgersi verso altri settori piu' promettenti.
Risultato, come lo sottolineava a maggio il rapporto AMR Review (rivista della resistenza agli antimicrobici), diretta da Lord Jim O'Neill, se niente non e' stato fatto, le infezioni uccideranno fino a 10 milioni di persone ogni anno nel 2050, piu' del cancro. Da aggiungere, da qui al 2050, un costo economico accumulato che raggiunge la somma esorbitante di 100.000 miliardi di dollari (89.400 miliardi di euro) in termini di perdite di produzione.
Organizzare un piano d'azione mondiale
Diversi rapporti nazionali o internazionali convergono nel sottolineare l'urgenza di una risposta mondiale e coordinata alla resistenza agli antimicrobici. Perche' bisogna cambiare le pratiche, sorvegliare il fenomeno di resistenza a livello mondiale, rilanciare la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, rendere i trattamenti accessibili a tutti altrimenti ci sara' un effetto boomerang, e finanziare tutte queste attivita'.
La riunione ad alto livello durante l'Assemblea generale dell'ONU apre su una dichiarazione di impegno dei capi di Stato per adottare un approccio generale e concertato al fine di attaccarsi alle cause fondamentali della resistenza agli antimicrobici in diversi ambiti, e in particolare la sanita' umana, la sanita' animale e l'agricoltura.
Essa si appoggiera' sul Piano di azione mondiale per lottare contro la resistenza agli antimicrobici, che l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha elaborato nel 2015, in coordinamento con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'agricoltura e l'Organizzazione mondiale della Sanita' animale.
Per prevenire le infezioni e diminuire la necessita' di ricorrere agli antibiotici, gli Stati hanno sottolineato l'importanza della vaccinazione, dell'acqua potabile, dell'igiene e dell'adozione di un buon igiene all'interno degli ospedali e nei settori dell'allevamento.
“I Paesi hanno anche sottolineato i difetti del mercato ed hanno preconizzato l'instaurazione di nuove misure per incitare ad investire nella ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci. Di test di diagnostica rapida e di altre terapie importanti chiamate a rimpiazzare quelle che perdono la loro potenza”, sottolinea un comunicato delle Nazioni Unite.
L'ONU insiste “sul fatto che il carattere abbordabile dei nuovi antibiotici e di quelli gia' esistenti, la loro accessibilita', i vaccini e gli altri strumenti medici dovrebbero essere delle priorita' mondiali e prendere in considerazione i bisogni di tutti i Paesi”.

(articolo di Paul Benkimoun, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 22/09/2016)

 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS